– Nel frattempo, nell’ora trascorsa dal mio post sul Processo Dell’Utri, due amici, iscritti al PD, mi hanno chiamato urlando. I giudici avrebbero fatto il gioco del PDL ed il tribunale che ha deciso è stato messo in mano al sodale del giudice Carnevale, quello famoso da oltre un quarto di secolo per aggiustare le sentenze contro i leader del crimine organizzato. Lo sapevo, ci risiamo con le minchiate dei tifosi. Il Partito Democratico dimostra ancora una volta di essere sodale sostanziale del PDL e di Berlusconi, continuando ancora oggi ad attaccare il PDL sul campo giudiziario. Il fatto che Marcello Dell’Utri, durante tutta la sua vita, abbia frequentato dei mafiosi, è un fatto assodato, non lo discute nessuno. Qui si discute sulla questione se ciò sia reato o meno, e lo si decide in base alle leggi. Le leggi le fà il Parlamento. Se queste leggi lasciano una discrezionalità immensa a causa della loro nebulosità, questo non è colpa dei mafiosi – semmai merito, visto dal loro punto di vista. LA COLPA DELLO STATO DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA E’ SOLO E SOLAMENTE DELLA POLITICA. Il partito democratico (Ulivo, Asinello, Partito Comunista) è stato ripetutamente al Governo dal 1990 ad oggi ma non ha cambiato una sola legge di quelle fatte approvare dai governi di centro-destra. Quindi vuol dire che quelle leggi le sostiene! Il Manipulitismo ha creduto che laddove non arrivava la capacità di fare politica arrivassero le sentenze. Visto che la sinistra non ha la compattezza né le idee né gli uomini per governare con il consenso dell’elettorato, si è sperato che la magistratura capovolgesse i risultati elettorali. Il risultato è che la gente è schifata e spaventata da tutto: da una giustizia che è come una roulette russa, da una politica che decide solo per distribuire mazzette e copre la finanza che deruba la gente, da un connubio incomprensibile in cui naviga di tutto: preti, prostitute, medici, tassinari, senatori, avvocati, giudici, calciatori, camorristi, giornalisti, cantanti, attori, notai, ciclisti – tutti ladri, tutti orribili, penosi, spaventosi, disgustosi. Non c’è più differenza, tutto si confonde. Ma intanto la vera notizia del giorno è un’altra. Stanotte altri due piccoli imprenditori italiani si sono suicidati perché non riuscivano a pagare i propri debiti. E non riuscivano a pagare i propri debiti perché hanno dei crediti nei confronti dello Stato che non paga da due anni e le banche che li hanno strozzati e li hanno obbligati a chiudere. Mentre noi litighiamo su Dell’Utri e sui calci di rigore alla Juventus, la parte sana del Paese si toglie la vita, così come facevano gli ebrei in Germania dopo la Kristallnacht, quando avevano capito che per loro non c’era scampo, non c’era limite all’umiliazione, alla sofferenza, alla paura. E qui, compagni (compagni?) del PD, la differenza di responsabilità fra voi, i servi di Bossi e La Russa, i complici di Berlusconi ed i Parlamentari estratti a sorte tra gli scemi del villaggio dell’IDV, la differenza non la vedo, perché non c’è. Colpevoli, colpevoli, colpevoli: di fronte alla ragione, di fronte alla storia. Infatti il procuratore che rappresentava l’accusa (non la difesa!) contro Marcello Dell’Utri ha ripetutamente detto che il concorso esterno in associazione mafiosa è un reato che non esiste e per il quale non è possible (né giusto) punire nessuno. Quello che i tifosi non capiscono è che ora noi non sapremo mai se Dell’Utri fosse colpevole o no – e nel dubbio è giusto che vada libero. Nonostante le agghiaccianti intercettazioni telefoniche. Perché la dichiarazione di un pazzo (il figlio di Ciancimino) e di alcuni comprovati assassini, senza ulteriori prove, non può bastare a condannare nessuno. Siamo all’assurdo. Hanno provato che Dell’Utri frequentava i mafiosi ed in 35mila pagine di atti non c’è nessuno che si ponga la domanda: ma perché li frequentava? Ne traeva giovamento economico? Li proteggeva in qualche modo? Ne era protetto? Sapeva che fossero mafiosi? Poteva non frequentarli, visto dove viveva? Io temo che Dell’Utri fosse colpevole, lo temo, ma negli atti di 20 anni di investigazioni non c’è nulla che lo provi. Il che vuol dire che i magistrati ed i poliziotti che hanno lavorato 20 anni su di lui (l’intera carriera!) sono degli inetti, inetti, inetti. E se lo dico troppo forte va a finire che in prigione ci finisco io.

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