Il dolore di un singolo essere umano è una tragedia che può a malapena essere raccontata, ma è difficile vederla veramente spiegata o descritta, impossibile percepirla davvero. Un essere umano che soffre è una tragedia insopportabile, perché ciascuno di noi, quando soffre, sa bene quanto questo sia inaccettabile, intollerabile, ingiusto. Guardiamo film in cui figure che rappresentano persone soffrono, e noi con loro, ma solo finché si tratta di sofferenze dicibili. Poi ci sono quelle indicibili: la propria malattia, ferita, morte, la morte di chi amiamo, la tortura altrui, o la nostra. Non capisco come altri essere umani possano scientemente infliggere questo a dei loro simili, ma probabilmente, loro non li percepiscono come tali. Per questo, nella mia vita, ho fatto male e l’ho subito. Ho provato (e provo tuttora) una rabbia cieca, un senso di travolgente distruttività. Per farlo devo trovarmi in una condizione in cui NEGO l’umanità di chi mi sta di fronte. In una condizione in cui mi convinco di essere vittima indifesa di una macchina mostruosa ed inarrestabile. Quando si vive la contraddizione di percepire questa sensazione, ed al contempo di essere consapevoli della propria follia, allora si diventa cinici. Ed il cinismo è ciò che porterà l’umanità all’estinzione, compreso me stesso e tutte le persone cui vorrei essere davvero capace di voler bene.

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