Muore Al Jarreau, e poi, in serata muore Giusto Pio. Ricominciamo. Mentre di Al Jarreau, probabilmente, saprete già tutto, temo che Giusto Pio, per la maggior parte di voi, sia uno sconosciuto. Si tratta del musicista che è stato la chiave per la nascita di una “scuola veneziana” della musica moderna. In quella terra esiste fin dall’inizio degli anni 60 una grandissima tradizione di cabaret (Anonima Magagnat di Vicenza, Belumat di Belluno, Gatti di Vicolo Miracoli di Verona, Lino Toffolo di Venezia) ed una tradizione ancora più importante di musica beat (Patty Pravo, i Delfini, Dino, Giuliano & i Notturni, i Kings, i Memphis, i Royals). Alla fine degli anni 60, dall’incontro tra i fratelli Reverberi ed altri musicisti della scuola genovese, ed i gruppi beat veneti, è nato un sound diverso, i cui epigoni sono stati Le Orme, i New Trolls (che vengono da Genova) e progetti più commerciali come Rondò Veneziano, o come il progetto “Concerto Grosso” con New Trolls e Luis Bacalov. Giusto Pio, direttore d’orchestra e compositore veneziano, già attivo dalla fine degli anni 60, discepolo del famosissimo concittadino Luigi Nono, ha accompagnato con i suoi arrangiamenti uni sviluppo del sound veneto che si ascoltano in brani famosi di Patty Pravo, di Milva, per poi arrivare alla collaborazione con un jazzista e compositore di musica classica moderna in arrivo dalla Sicilia: Franco Battiato. Dalla loro collaborazione nascono “Per Elisa” di Alice, e tantissimi brani importanti di Battiato. Tutta la musica leggera italiana ed il punk lezioso e manieristico (che ha prodotto artisti come Enrico Ruggeri, Giuni Russo, Righeira, e decine di altri che calcano tuttora i palchi) è influenzato direttamente da Pio, o perché ha prodotto, arrangiato e parzialmente composto (risistemato cose banali, tipo Ricchi e Poveri, oppure Al Bano & Romina) decine di brani. Parallelamente, come Reverberi, ha recuperato e musicato testi di autori famosi come Pavese, Buzzati, Calvino – insomma le stesse fonti degli albori della canzone cantautorale italiana, nata con i Partigiani sulle montagne, e codificata all’inizio dai torinesi di Catacronache, negli anni 50 (“I morti di Reggio Emilia”). Sicché tutti voi, da decenni, ascoltate questo musicista veneziano, e non sapete che sia lui a rincoglionirvi, e non l’avatar di turno collocato dietro al microfono. Scherzo. Anche la musica pop può essere una cosa serissima. Sfido chiunque di voi a considerare Battiato meno che uno dei più grandi degli ultimi 50 anni. Quindi anche Giusto Pio. In memoria.

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