Dunque. Un Fusi qualunque, magari un Paolo, eccede per anni nell’entusiasmo manducatorio. La conseguenza è che, assieme alla sua coscienza, di estende anche la territorialità geografica da lui occupata. Un giorno, per evitare di addormentarsi alla guida, decide di andare e tornare da Stoccarda in treno – una città di merda e acciaio, ve la sconsiglio sdrucciolevolmente. Si addormenta con il cellulare (spento) nella tasca ma (ahimé) preme con il suo cotechino onusto e panoplico contro la spalliera, sicché il suddetto cellulare, interpretando malamente le intenzioni del suo padroncione, si accende e si assegna un PIN sbagliato. Lo fa per circa tre ore, ininterrottamente, disperatamente piip piip piip piip piip piip. Intorno al mio corpo nirvanente la gente non sa più cosa pensare e teme un’invasione delle formiche venusiane, il biip non si ferma mai e non se ne vede l’origine. Alla fine mi sveglio e scopro che il mio cellulare, stanco di questa vita, non vuole più un PIN, ma un PUK (dev’essere una droga molto più forte del semplice PIN). Io il PUK non ce l’ho, logicamente, dato che anch’io, ogni volta che posso, contribuisco generosamente all’avvelenamento del pianeta gettando nell’immondizia plastichette nauseabonde. Insomma. Il Giudice della TIM ha deciso: ho mantenuto il mio numero, ma ho una nuova scheda – e quindi non ho più NESSUN numero in memoria. Sapevatelo. E se vi va, mandatemelo in privato…

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