Il 2016 non vuole finire, uno stillicidio senza fine. Ed ora ci lascia Leon Russell, che purtroppo molti non conoscono. Eppure è stato uno dei quattro o cinque musicisti più importanti al mondo per tre quarti di secolo. Suonava il pianoforte in un modo tutto speciale, da cui hanno imparato Phil Spector ed Elton John, i Simply Red e Ray Charles. Non è uno scherzo, ascoltate con attenzione le somiglianze. Leon arrangiava e dirigeva le band di Joe Cocker e Bob Dylan, suonava il piano per i Rolling Stones, una hit su tre degli anni 60 era prodotta da lui, o almeno ci suonava dentro. Soprattutto Elton John, Billy Joel e Joe Cocker senza di lui non sarebbero mai esistiti, basta ascoltare “A Song for You”. Nei suoi spettacoli portava sul palco una valanga di gente, alcuni dei quali riproducevano la vita quotidiana (e i rumori, e gli odori) del Tennessee e della natia Oklahoma. I Grateful Dead e gli Animals lo adoravano, Frank Zappa lo stimava, e poi i Lynyrd Skynyrd, Crosby Stills Nash & Young, i Byrds ed Eric Clapton (con cui ha suonato) – insomma, pressoché tutti. Con lui se ne va il country rock, per sempre. Ed un altro brandello di anima. Ma era un uomo schivo, sardonico, burbero e lontano dalla luce dei riflettori – eppure così pieno di energia. Così, per salutarlo, vi suggerisco di ascoltare su youtube una registrazione della sua famosissima “Delta Lady”, anche questa rigorosamente dal vivo, ricominciata più volte, perché Leon Russell era pignolo. Non bastava suonare bene. Bisognava amare meglio, suonando.

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