Da quando ho nuovamente una TV, dopo tanti anni, guardo alcuni film notturni, ma soprattutto guardo una trasmissione che si chiama “Propaganda Live”. Si tratta di un’isola di umorismo, ironia, intelligenza, in un oceano di violenza e volgarità. Michele Santoro e Marco Travaglio, insieme a Bruno Vespa, negli ultimi 15 anni hanno annientato la possibilità di informare in modo ineccepibile tramite il talk show, e tutti li copiano, investendo sullo sgarbismo e su gente che straparla, primo fra tutti Eugenio Scalfari. In “Propaganda Live” si ride amaramente, ma si capiscono delle cose – in modo particolare, si capisce il meccanismo usato dal potere (Lega, M5S, crimine organizzato) per occludere ogni spazio di democrazia. L’intervista al leader sindacale Aboubakar Soumahoro è stata un raggio di sole nel peggiore degli inverni. Un uomo sereno, sorridente, appassionato, gentile, intelligente, colto, capace di spiegare questioni complesse in modo semplice, un uomo che parla un italiano di qualità altissima, come quasi nessuno, oramai – e si batte per gli ultimi tra gli ultimi, i braccianti e gli schiavi del sistema commerciale dominato dalle Coop, dalla mafia e dalla grande distribuzione, che ogni giorno uccide e lascia morire per portare sulla nostra tavola cibo a prezzo capitalisticamente impossibile. Ieri, in più, c’era Roberto Saviano, che non avevo mai sentito parlare, e mi ha fatto davvero una buona impressione. E mi ha spiegato qualcosa che già il mio carissimo amico Simone Coccia mi aveva detto. Oggi, la violenza postfascista di chi sta al potere, è minuziosa. Ci sono singole persone che, ovunque possono, anche al livello minuscolissimo degli scambi di opinione su Facebook, si impegnano a distruggere il dibattito, ad insultare e minacciare, ad evitare qualunque argomentazione passando direttamente alle offese. Il loro obiettivo è scoraggiare quei pochi che, come facciamo noi, cerchiamo di ragionare, non sempre a freddo, e di capire. Finora avevo evitato di bloccare l’accesso a questa nostra discussione anche a persone che mi insultano personalmente, perché ho imparato che chi non ha la preparazione o l’intelligenza per discutere, non ha altri metodi per far sentire la propria voce. Quello che Simone e Saviano mi hanno spiegato, è che queste persone, in questo modo, cacciano via persone normali dal dibattito. La gente (giustamente) non ha voglia di litigare, di farsi prendere a parolacce, di farsi minacciare di morte. Saviano dice una cosa giusta: dobbiamo resistere, continuare, non smettere di propalare intelligenza e cultura, opporci in modo non violento a coloro che usano le parole “intellettuale” e “buonista” come insulto sanguinoso, a coloro che definiscono onesti non coloro che non delinquono, ma coloro che delinquono a favore di Beppe Grillo e di un’azienda oscura, misteriosa, che comanda un intero Paese senza che si capisca in nome di chi e per fare cosa. Ci stiamo avvicinando ad una dittatura orwelliana, spaventosa ed impenetrabile, ed abbiamo il dovere civico ed umano di difendere i valori positivi dell’illuminismo e della vita – escludendo, da ora in poi, coloro che sporcano solo per il gusto di sporcare.

Lascia un commento