Circa 3000 anni fa, mentre io venivo scudisciato a spostare le pietre per costruire la Torre di Babele e lui, bardato della basetta a badile, dava musicalmente il tempo a noi servi della gleba, Francescopaolo Chielli ed io ci incontrammo ad una fontanella nemmeno tanto borghese che, come tutte le fontane d’ispirazione romanesca, “danno il vino dar tempo de Noé”. Dopo lui ha fatto una carriera da baccanalista per gli Imperatori, da bardo medievale, da stornellatore politico ed infine da cantante e bassista degli Yuppie Flu, e li ci siamo incontrati di nuovo. La mia ammirazione per lui non è mai scemata, nonostante i secoli, sicché ho continuato a seguirne le tracce come un cagnone polpettoso e scondinzolone. Stasera abbiamo portato le Cronache di Buru Buru a casa sua e di Veronica, ad Ancona, e dopo aver imparato ad amare la casa meravigliosa e le canzoni “troppo avanti” di Rocco Senza I Suoi Fratelli (scrivetevi questo nome, fra vent’anni sarà lui a decidere quale musica ascolteremo: la sua), Elena Nina Chiattelli, Alessia Berardi ed io abbiamo messo di nuovo in scena la mia cattività sanmarinese. Ero emozionatissimo, e stavolta abbiamo cantato un programma musicale speciale per la bisogna, condito da “Ma che campamo affà” e dalla indimenticabile “Lascia il sole splenderci dentro”, la canzone scritta da Gabbo e Matteo per la Commissione Linguistica Nazionale guidata da Alessandro Manzoni e Graziadio Isaia Ascoli – da cui è nata la lingua italiana. Ancora una volta abbiamo avuto fortuna, è stata una serata bellissima, abbiamo riso fino a scoppiare, alla fine eravamo tutti ciucchi di allegria. Ci sono persone, come Gabbo (e Marcho Gronge, tanto per non fare nomi), che sono un’ancora nella tempesta della volgarità e delll’imbecillità. Sono così felice ed onorato per potermi dire, con il cuore, amico di artisti e uomini simili. E siamo anche tutti un po’ cazzoni allo stesso modo – non è una parolaccia, ma una definizione psicopolitologica del grande filosofo laziale Piero Brega… che bello. Questa cosa di Buru Buru è come un viaggio su un tappeto magico che non finisce mai…

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