Durante la giornata ho seguito le celebrazioni per il 60° anniversario della firma del Trattato istitutivo della Comunità Europea (Roma, 25 marzo 1957), innervosendomi per i pipponi retorici, ma ascoltando con attenzione interventi (come quelli del rappresentante olandese Timmermann o di Romano Prodi) che hanno posto l’accento sui problemi centrali dell’Unione. Solo un paio di persone hanno menzionato il cosiddetto “Libro bianco” pubblicato poche settimane fa da Jean-Claude Juncker. Ne capisco il motivo: si tratta di una ventina di pagine di sciocchezze superficiali, che hanno come oggetto il tentativo di mediare tra gli interessi dei Paesi dell’Est Europeo, la mania tedesca dell’Europa a diverse velocità, e le giuste resistenze italiane, spagnole e francesi contro le spinte centrifughe di ciascun segno e colore. Persino Giorgio Napolitano, che non è in cima alle mie simpatie, ha detto cose chiare e condivisibili. Provo a compiere una sintesi di ciò che mi pare di considerare giuste ed importanti. La prima. L’Unione Europea è l’unica soluzione credibile per difendere il nostro benessere ed i nostri valori culturali e giuridici di fronte alle sportellate che prendiamo dagli Stati Uniti e dalla Cina – gli unici due Paesi al mondo che davvero abbiano la forza di imporre alcunché, se noi decidiamo di non esserci. Abbiamo una società opulenta, nel senso che abbiamo (ancora) denaro a disposizione per acquistare merci e servizi. Ma nel rapporto tra plusvalore creato e plusvalore consumato, il trend europeo è negativo: nello sviluppo tecnologico, nella forza contrattuale, nel potere e nella produzione industriale, commerciale e finanziaria. Quaranta anni fa le banche europee controllavano il 56% di tutte le transazioni mondiali, oggi il 9,4%. E solo perché la Svizzera conta come Paese europeo. La seconda: l’Unione Europea ha garantito 70 anni di pace, o quasi. La guerra civile in Jugoslavia è una ferita inguaribile. Ma l’Unione non è riuscita a garantire lo sviluppo, ed ancora meno la libertà e la democrazia, sul tema dell’uguaglianza è stato fatto molto, ma per ogni passo in avanti se ne fa uno indietro in un altro comparto. Una parte delle libertà ottenute sono impunità, non valori condivisi. Ed in ogni caso, la paura regna sovrana, nuovamente, ed Angela Merkel ammonisce già da anni del fatto che, per inerzia, ci stiamo dirigendo verso una possibile Terza Guerra Mondiale. Sperare che, se accadesse, noi saremmo protetti dagli Stati Uniti, è una stupidaggine: saremmo la nuova Polonia, ci asfalterebbero sia gli USA che la Cina in poche ore. Non ci chiederebbero da che parte stiamo (se siamo divisi). Al tavolo delle trattative sarebbero sedute le sei potenze con i migliori eserciti: (Stati uniti, Cina, Corea del Sud, India, Arabia Saudita, Iran). La terza. Noi ricordiamo ancora gli insegnamenti di centinaia di anni di orrore cristiano fondamentalista, ricordiamo gli insegnamenti marxisti, larghi strati della popolazione sono contrari al capitalismo finanziario e rimpiangono quello industriale, e soprattutto sono pronti ad affrontare anche questo in maniera critica e consapevole. Abbiamo ancora una cultura, una coscienza di classe, un senso della dignità umana e dell’illuminismo, sappiamo distinguere (non tutti, purtroppo) tra superficialità, credenza religiosa e pragmatismo. Diffidiamo del semplicismo, del populismo, e siamo così arrivati a capire che il problema centrale sono gli Stati Nazionali, che vanno superati. Subito, o non saremo più in grado di invertire la tendenza imposta da Cina e Stati Uniti, che ci stanno per travolgere con i prezzi che sono disposti a pagare (loro, non noi) per mantenere l’egemonia planetaria: la guerra e l’avvelenamento della Terra. Questo significa che i critici dell’Unione Europea, anche i più severi, soprattutto i più severi, hanno ragione. Ma non c’è alternativa. Non c’è nessuna alternativa ragionevole. Da sola, l’Italia conta (nella classifica dei Paesi industrializzati per prospettive di sviluppo) poco più del Madagascar, ma poco meno delle Filippine. Le scelte politiche si fanno con il cervello, e con la conoscenza – non con la rabbia e l’ignoranza, sbandierate come un diritto democratico a farsi del male e distruggere tutto. Molti sono corrotti? ma che, siamo Grillini? Che rinunciamo alle Olimpiadi per evitare la corruzione, e poi ci impegoliamo nelle pastette per lo Stadio della Roma e seguiamo Marra, che di mestiere pare facesse il bandito ed il corruttore? Che suicidiamo l’Italia perché il PD ci fa schifo? Proibiamo la pizza e la pasta perché fanno ingrassare? Vietiamo il sesso perché ci sono uomini e donne che tradiscono e fanno soffrire altre persone? Siamo esseri umani, o caporali?

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