Dopo gli ultimi giorni passati a Zurigo, e nei quali sono stato “disconnesso” dai social networks e dalla mia quotidianità “romana”, sono tornato ed ho cercato di riprendere la vita di prima. Non ci riesco. Ho l’impressione che la violenta e tuttora crescente contraddizione esistente tra ciò che dicono governo e giornali da un lato, e ciò che vedono i nostri occhi nella realtà, abbia creato un’isteria globale – peraltro amplificata e nutrita da Facebook e strumenti simili. Ci sono persone che fingono una normalità e non sanno come spiegare il fatto che non funzioni come prima (se non dando la colpa agli immigrati o alla poca professionalità o empatia di chi hanno intorno); ci sono persone che mettono le mani avanti e cercano qualcuno cui scaricare la responsabilità della propria inadeguatezza; ci sono persone che si chiudono in casa ed attendono il diluvio universale; ci sono persone che ricostruiscono una realtà fittizia basandosi su superstizioni e rifiutandosi di cercare di capire cosa sia vero e cosa no; ci sono persone che si intestardiscono con le loro idee (come faccio io) e trovano nella profondità della propria gabbia interiore lo spazio necessario per togliere la briglia alla disperazione; ci sono persone che vanno completamente fuori di testa; ci sono persone che scappano. In tutto questo, il governo Renzi continua a raccontare balle spaziali ed a contraddirsi quotidianamente, i partiti candidano oramai apertamente solo capimafia, nazisti e coglioni semplici, dando a tutti il segnale del fatto che Matteo Renzi sia stato la parola “fine” sulla foglia di fico che ci ha fatto credere di vivere in uno Stato di diritto ed in una democrazia parlamentare. Si sono, appunto, aperte le cateratte del diluvio. Ed io qui, alle sei del mattino, a cercare di finire il lavoro che mi pare sempre più inutile, dopo una settimana in cui qualunque cosa facessi mi è parsa superflua. Il capitalismo è veramente la religione più sanguinaria creata dall’uomo. Ti fa sempre sentire in colpa (in debito, indebitato), ma non ti dà nessuna possibilità di espiazione – e non ti dà più credito, mai più. Uccide, e come alternativa all’essere ucciso ti dà solo quella di divenire assassino. E la sua terribile divinità, il plusvalore, che è possibile consostanziare oramai solo al prezzo di bolle speculative oscene e che creano l’indebitamento di massa, esclude giorno dopo giorno nuove fette di fedeli dalla messa divina, dal banchetto, dalla sopravvivenza. Mi vengono in mente Nevil Shute ed il suo terribile “L’Ultima Spiaggia”. Ed ascolto così “Waltzing Mathilda”, che era la canzone portante della colonna sonora della sua riuscitissima trasposizione cinematografica. Ma non piango, come faccio spesso, perché non ho neanche qualcosa o qualcuno a cui tornare, fosse solo con la memoria. Abbiamo vissuto tutti per quasi 70 anni su un piano inclinato, e non sappiamo cosa fare.

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