Ti lascerò andare
l’amore non chiude il mondo
nell’eternità dell’egoismo
negli spiccioli avari rimasti
nel sonno eroso dal sospetto
negli sguardi bruciati del rincrescimento
Ti lascerò andare
vivere di grazia e di bellezza
un nuovo cominciamento
Tutta la vita che abbiamo camminato
ha il petto discinto, il nudo ricordo della mia intimità
compiuta di fronte al mondo
Ti ricorderò col tuo nome
Vita

Ho imparato ad amare questa poesia di Piero Camerone, proveniente dalla raccolta “Porto Bellardi”, uscita da poco. Perché mi insegna che il vero amore, quello egoistico e limpido, onesto e sano, quello di “Quando sarò capace di amare” di Giorgio Gaber, è quello per la vita. La paura non è che ci lasci una donna o un uomo, ma la vita stessa. Sicché proiettiamo la vita e la sua meraviglia in una persona, che ovviamente non può che deludere, essere delusa, sentirsi usata o straziantemente sopravvalutata. Per questo questa poesia d’amore, da quando l’ho vista, è divenuta la più bella che conosco, il contrappeso delle parole che solo ora, grazie a Piero, credo di aver capito:

Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Perché noi figli preferiamo ingannare noi stessi, piuttosto che osar amare la vita e, con rispetto, senza affollarla, senza caricarla di significati malsani, lasciarla andare. Leggere Piero Camerone. Vi farà bene.

Lascia un commento