–  Oggi ho chiuso la casa di Massa Marittima. Ho rifatto il letto, ancora sfatto dell’ultima volta che non ci avevo dormito solo. Ho svuotato gli armadi, impacchettato dischi, libri, CD, divani, tavoli, sedie, lampade, stoviglie. Ma anche il guscio vuoto era pieno di ricordi dolorosi. Così come nel 1994 ero morto lasciando Gordevio – trasloco che coincise con il divorzio – ora muoio di nuovo, anche se per rinascere una volta di più. “Nelle case non c’é niente di buono – canta Gaber – appena la porta si chiude dietro un uomo”. Non ho più l’età per questo. Eppure bisogna guardare avanti: C’é solo la strada su cui puoi contare, la strada é l’unica salvezza, c’é solo il la voglia, il bisogno di uscire, di esporsi nella strada e nella piazza – perché il Giudizio Universale non passa per le case, le case in cui noi ci nascondiamo, bisogna ritornare nella strada, nella strada per conoscere chi siamo”. Dopo la fine dell’illusione non resta che la realtà. Per fortuna.

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