Al culmine della tensione dialogica, mi dice, furiosa: “Tu non hai i piedi per terra, tu sei inguaribilmente innamorato dell’amore e non vedi chi ti sta di fronte e ti chiede pace”. Mi sento come Nanni Moretti di fronte allo scempio della Sachertorte. Cara, le dico, quello che vuoi tu è un film, ovvero una proiezione, ed io una parte in quel film non la voglio. Piuttosto del Technicolor nel Cinemascope preferisco la sana piccola privata tenerezza carnale (e non ci ho più er fisico). Sono troppo grande, vecchio, adulto, come ti pare a te. La vita inizia esattamente dove finisce il film. L’Amore inizia esattamente dove finisce la cotta iniziale, l’attrazione fisica, le cosiddette farfalle nello stomaco. L’Amore è una battaglia combattuta insieme, con tante sconfitte che si dimenticheranno e poche vittorie per le quali costruire monumenti. Chi ha bisogno della chimica o di un film per credere di provare qualcosa non è un innamorato, ma un tossico. Ecco, io sto cercando di uscirne. Silenzio. Dall’altra parte della cornetta un rumore rauco. Poi un grido soffocato: “Non ho capito, ti nascondi dietro le belle parole per confondermi. Mi hai detto si o mi hai detto no?” Quando la dialettica democratica si trasforma in referendum, ho pensato, e le contraddizioni non esistono più, e le regole sono più forti dei sentimenti, allora dico no. Riattacca. Temo una fitta di dolore al cuore, ed invece mi sorprendo a pensare che voglio trovare le puntarelle per la cena di Natale e che il tempo stringe. Ha ragione Barbara, siamo animali semplici.

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