Il 19 settembre del 1973, a soli 26 anni, stroncato da un mix di alcool e morfina, moriva Gram Parsons, durante un’escursione nel Parco Nazionale dell’Albero di Joshua, nel sud della California. Aveva pochissimi amici, venne scacciato da diverse band per la sua antipatia – dai Byrds di David Crosby, Gene Clark, Chris Hillman e Roger McGuinn, ma anche dai Flying Burrito Brothers, di cui era stato il fondatore. Ma chi lo amava ha fatto follie, per lui, come quello di rubare il suo cadavere per bruciarlo nel deserto, come voleva Gram. Nonostante questo, quasi nessuno ha influenzato la musica moderna quanto lui. Veniva dal blue grass, dal cajun, da quelle musiche fatte di mandolino e chitarra ritmica, basate su un giro sempre uguale di basso, che poi è divenuto la country music – uno dei generi più longevi e noiosi degli ultimi due secoli. La musica dei bianchi, semplice e maschilista, ripetitiva e rassicurante, lontana dai testi complessi e critici della West Coast e del folk intellettuale newyorkese. Ebbene, Gram Parsons, che aveva studiato il piano, prima di diventare un chitarrista, aveva inserito una serie di inversioni di accordi, imparati sui tasti bianchi e neri, nella chitarra semplice dei suoi contemporanei, usando il fingerpicking, ma anche il dobro, il violino e la steel guitar come fossero strumenti concorrenti in una jam di jazzisti domati da un produttore di rock’n’roll. Con Gram Parsons si confondono le influenze del folk europeo, che avevano impregnato il country fino ad allora, facendo nascere un country originale americano, intriso di ritmi messicani ed armonie pellerossa (specie Apache), diverso da tutto ciò che lo aveva preceduto. In questo modo Gram, in aperto contrasto con band come i Grateful Dead, i Blood Sweat & Tears ed i Jefferson Airplane, creò un sound rock, basato su melodie country, che è stato poi l’inizio della West Coast – Buffalo Springfield, Crosby Stills Nash & Young, il primo Dan Fogelberg, Country Joe McDonald, i Lovin’ Spoonful, Janis Joplin, i Doors e gli Iron Butterfly. Per chi conosce ed ama questa musica, come me, è straordinario ritrovarla quasi dieci anni prima nei primi passi di questo artista eclettico e tormentato. Ne scrivo stasera, perché nel marzo del 1968, 50 anni fa, usciva l’unico album di Gram Parsons con la International Submarine Band. che già non esisteva più, e venne pubblicato per documentare il gran lavoro fatto quando Gram aveva da 15 a 17 anni, ed aveva già una statura da pietra miliare e fondatore del country-rock. Quel disco è meraviglioso, ed iniziava con questa canzone, che ho sul disco di allora, graffiata e rovinata dagli anni e dalle mille volte che l’ho ascoltata: “Luxury Liner”.

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