Fino a che punto sono affari miei? Dove si trova la linea di demarcazione tra ciò di cui ho il diritto ed il dovere di occuparmi, nella vita altrui, e ciò che invece è violazione indebita della sfera privata? Se la mia educazione cristiana mi dice che dovrei sforzarmi di capire i motivi delle scelte altrui, per poter dare affetto, attenzione, perdono, quanto è estesa l’area geografica dell’animo altrui che ho il diritto di fingere di essere in grado di cartografare? Nel corso della mia vita avrei risposto a queste domande in modo estremamente invasivo: vale tutto. Ufficialmente perché credevo di essere particolarmente capace di comprendere gli altri, a volte meglio, di quanto essi stessi vorrebbero farlo. In realtà ero talmente atterrito dalla verità su me stesso, che cercavo di starne il più possibile alla lontana. Oggi credo che la risposta sia: sono affari miei MAI. Sono cose su cui posso esprimere un’opinione se me la chiede l’interessato/a, ma in questo caso entrambi dobbiamo accettare il fatto che il mio giudizio sia viziato dalle mie proiezioni e dalle mie opinioni. Ma questo nel migliore dei mondi possibili, applicandolo ad amori, amicizie e parentele. Il fatto è che noi siamo esposti a tantissime altre persone che, a causa dello sgretolamento della vita sociale, avvenuta negli ultimi anni, non possono essere relegate nella sfera del “sei un estraneo, ma chittese …. (piip)”. Nossignori. Siamo esposti ai comportamenti di persone che, in pubblico, commettono misfatti, violenze, danneggiamenti, oppure dicono cose folli e spiegano che hanno un modo per rappresentarle (per esempio nella politica, nelle dinamiche dei moderni media o nell’impunità della vita di tutti i giorni) senza che io possa impedirlo, stigmatizzarlo, segnalarlo ad autorità competenti che applichino la legge. Nell’oceano di ignoranza che ci affoga, contestare fatti, credere a minchiate, ostentare disinformazione ed ignoranza, essere nazisti o fascisti, essere criminali, essere violenti, pretendere di decidere non in base alle competenze, a in base alla massa d’urto delle persone che si riesce a mobilitare per un atto pubblico e violento, essere a favore del crimine organizzato, distruggere, tutto è divenuto accettabile. Nel pubblico come nel privato. Eserciti di analfabeti, infantili ed irrisolti bussano alle porte dell’anima ed offrono sesso in cambio di vita, dedizione infermieristica, finzione, conferma dell’altrui menzogna. Tornando all’assunto primigenio, se una persona che conosco crede fermamente che concedere lo ius solii causerà l’islamizzazione della società, che la casta sia ladra e gli altri no, che votando con una certa legge si otterrebbe uno Stato più giusto, che avendo uno statuto speciale una singola regione si salverà dal diluvio universale, cosa devo fare? Guardare altrove e pensare tristemente che la madre degli imbecilli è sempre incinta? Che l’alternativa sarebbe una strage di proporzioni bibliche, che colpirebbe indiscriminatamente (e me per primo, perché sono vecchio, grasso e lento). Mettermi a discutere con un Grillino, un Leghista o un Renziano? La mia educazione religiosa non arriva fin lì. Ziononno diceva: non chiedere, se c’è pericolo che ti rispondano. Traduco: spesso meglio non sapere. Ed intanto la deriva politica, diplomatica, economica e sociale gridano in coro: guerra! sangue! rabbia! oppressione! possesso! Io, se fossi Dio, mi ritirerei in campagna, come ho fatto io.

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