La stampa grillina ruggisce: attacco al popolo. La decisione della Commissione dell’Unione Europea di bocciare la Legge di Bilancio italiana, che era largamente prevista, viene usata in modo demagogico per continuare a cercare di rimbecillire gli italiani. Il Presidente Mattarella dice che bisogna mantenere gli impegni presi, e la reazione di Beppe Grillo è di chiedere la cancellazione di alcuni dei suoi poteri e l’accusa di essere complice dei “poteri forti”. Ci prepariamo dunque a tre settimane di delirio e di bugie, inaugurate dal Grillino Telese nel dibattito in TV da Lilli Gruber: nessuna presa di posizione sui fatti, ma solo il mantra: l’Europa ci vuole morti, esiste un complotto orrendo contro il popolo italiano. Poi Telese conferma: il 2,4% di deficit non si tocca – proprio mentre Tria, in una lettera, sostiene che, nel caso in cui la congiuntura dovesse andare in modo peggiore del previsto, il governo avrà cura di modificare la spesa durante l’anno. Naturalmente nessuno vuole rispondere alle critiche provenienti da Bruxelles, che non riguardano il 2,4% in sé, quanto il fatto che l’aritmetica (uno dei poteri forti odiati dai Grillini) dà risultati diversi. E questo a prescindere dal fatto che Moscovici non ha inserito un dato fondamentale di preoccupazione nella sua risposta. Da quando si è votato, i mercati (che non sono espressione dei governi, ma sono solo le persone che investono i propri denari) hanno cancellato un quarto della capitalizzazione della borsa italiana ed hanno fatto crescere lo spread, fino a creare un debito ulteriore, oggi difficilmente quantificabile, ma che potrebbe essere intorno ai 300 miliardi di Euro – altro che le pinzillacchere del “reddito di cittadinanza”. Perché dunque Bruxelles vuole delle correzioni? Perché le cifre scritte dai vertici del Governo di Incapacità Nazionale non hanno senso. Partiamo dalle considerazioni di metodo, quando il DEF vuole farci credere che il PIL crescerà più dell’1% e Tria, nel spiegare questo punto, in realtà dice esattamente l’opposto (https://www.ilfoglio.it/userUpload/2019_dbp_it_it.pdf) : perché alcuni punti chiave della costruzione del PIL sono fuori dal controllo dell’Italia, dato che già negli scorsi anni “hanno anche pesato negativamente la perdita di slancio di alcuni rilevanti paesi di destinazione delle nostre esportazioni e il forte deprezzamento del tasso di cambio di altri” (pagina 10). La somma dei dati disponibili suggerisce questa situazione: “Dal lato dell’offerta, in corrispondenza del calo delle esportazioni si è verificato un marcato rallentamento della produzione e del valore aggiunto dell’industria, mentre la crescita dei servizi ha proseguito ad un ritmo moderato” (pagina 10). “Tenuto conto di tutti questi effetti, la crescita del PIL prevista per il 2019 nello scenario tendenziale scende dall’1,4 del Programma di Stabilità allo 0,9 per cento; quella del 2020 diminuisce dall’1,3 all’1,1 per cento ed infine quella per il 2021 viene ridotta più marginalmente, dall’1,2 all’1,1 per cento” (pagina 11). Ma per ottenere i risultati previsti, il governo Salvini – Di Maio ha bisogno di una crescita dei mercati esteri superiore al 6% l’anno, più tutta una serie di cifre congiunturali estere che l’Unione Europea è certa che non avranno luogo e che l’Italia non controlla (pagina 19), più una riduzione della disoccupazione dall’11,2% al 9,8%, che non è giustificata dalla ridottissima crescita del PIL (pagina 20). Ma i problemi veri sono le cifre annunciate dei costi, che Bruxelles considera inattendibili. Il governo prevede 6,7 miliardi per finanziare il superamento della Legge Fornero (mentre l’INPS prevede che saranno almeno il doppio, e che la crisi di liquidità già immanente oggi renderà impossibile pagare tempestivamente la liquidazione (per la quale già adesso, invece delle due settimane previste dalle leggi, bisogna aspettare anni). La Legge di Bilancio prevede 6,7 miliardi per il sussidio di cittadinanza, ma poi dice che saranno in media 780 € al mese per 6,5 milioni di cittadini – quindi 60,8 miliardi. La flat tax – comunque ridotta – costerebbe solo mezzo miliardo, mentre Bruxelles teme che sia superiore ai 5 miliardi. Bruxelles chiede poi cosa voglia dire che salteranno fuori 3,4 miliardi da “trasferimenti ad enti vari”, una cifra inspiegabile ed incredibile. Su altre voci il governo annuncia coraggiosamente entrate varie per quasi 7 miliardi, ma non viene spiegato né come né perché. Oltretutto (osserva la UE) molte delle entrate descritte dal governo italiano sono “una tantum”, ed invece ce ne sarebbe bisogno ogni anno – cosa appunto impossibile. Nel DEF mancano alcune spese annunciate. Ieri, l’architetto Massimiliano Fuksas ha ribadito che circa 2400 ponti stradali ed autostradali potrebbero crollare in qualunque momento, e sappiamo che i tubi dell’acqua corrente perdono il 38,2% dell’acqua trasportata. Il maltempo delle settimane passate, in Calabria, Sicilia e Sardegna, ha già creato decine di milioni di interventi emergenziali, e, come ho ripetuto molto spesso, quelle spese, su scala nazionale, sono priorità assolute, perché non ricostruire le infrastrutture non solo costerà alcuni miliardi all’anno, ma costerà molto in vite umane. Salvini e Di Maio: l’Unione Europea non attacca il popolo italiano. Siete voi che lo state facendo. Come dimostra il Decreto Ischia, lo fate anche appoggiando il crimine organizzato. Speriamo che la gente si svegli presto da questo delirio e vi fermi, o distruggerete l’Italia. Basteranno meno di cinque anni.

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