Seguo la diretta di Radio1 sull’elezione di Alberti Casellati e Figo alla presidenza del Senato e della Camera. Alcuni giornalisti si meravigliano del pragmatismo Grillino, che dopo aver gridato contro tutti, oggi si alleano con chi avevano insultato fino a pochi minuti fa. Altri giornalisti, anche persone che stimavo e conosco da decenni, si scoprono ferventi Grillini. Non mi meraviglio di nulla. L’elettore Grillino, come l’elettore Leghista, se ne frega della decenza, della coerenza, se ne frega dei contenuti, se ne frega di tutto, è un tifoso sfegatato di una squadra di calcio. Questo elettore, quando si lamenta dei politici che hanno governato negli ultimi decenni, dimentica di averli votati personalmente, spesso per tornaconto personale. Questo elettore sogna il reddito di cittadinanza e la flat tax. Ma la novità è che, come accade ai tifosi, quando si accorgeranno che nessuna di queste follie verrà introdotta, non toglieranno il voto a chi ha mentito, ma dichiareranno guerra all’arbitro: alle cariche istituzionali dello Stato, all’Unione Europea, alle banche, al PD, e chissà chi altro. Eppure, ciò è necessario. La democrazia non ha regole che impediscano alla maggioranza di delegare chicchessia a governare. Non dimentichiamo il fatto che il fascismo, alla fin fine, durò 21 anni, e poi venne travolto non dal popolo, ma dall’immensità del disastro che aveva provocato. Stavolta non sarà altrimenti, perché come negli anni del fascismo, chi sostiene Lega e M5S, vuole regalie e non si interessa di come queste siano possibili. Beandosi della propria ignoranza, crede fideisticamente che finora siano state raccontate bugie, e che con una bacchetta magica i problemi verranno risolti. E certamente, visti gli ottimi e fruttuosi rapporti tra il M5S ed il crimine organizzato, potremo vedere un briciolo di miglioramento a tempo breve sul piano economico, in cambio di alcune cessioni su libertà e sicurezza. Ma basta guardare Roma dopo tre anni di Raggi. Sarà un ventennio terribile, tanta gente pagherà un prezzo intollerabile, ma sarà un bagno di sangue di cui abbiamo bisogno, confidando che la democrazia, in sé, sia forte abbastanza per superare anche questa prova. E comunque, la responsabilità più grande di questa tragedia, è proprio della fusione tra DC e PCI, che fin dalle sue prime avvisaglie, nel 1954, si è rivelata la più grande sventura della nostra storia repubblicana.

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