Davide Barillari è il leader del M5S alla Regione Lazio. Un giovanotto contrario alle vaccinazioni che scrive cose tipo: “Mi continuerò a battere per la libertà di scelta e per una medicina indipendente, democratica e partecipativa”, oppure: “Con il MoVimento 5 Stelle ogni tipo di corruzione e illegalità troveranno le porte sbarrate”. Parla come un mentecatto, ma probabilmente è solo ignorante in guisa abissale. La differenza tra lui e l’ex Senatore Razzi è che quest’ultimo veniva percepito come la macchietta che è, mentre Barillari è in corsa per dei posti di responsabilità. Con il neoeletto presidente della Camera, Figo, Barillari condivide un profondo disprezzo per la lingua italiana, per il pensiero sillogico, per la cautela nell’esprimere valutazioni su cose di cui non si sa nulla. Per questo motivo io credo fermamente che ci si debba battere per un monocolore Grillino. Se la maggioranza degli elettori italiani considera costoro il meglio che ci sia, ebbene, li si deve lasciar fare. Del resto, gli altri partiti hanno lasciato che le cose arrivassero ad un punto tale di corruttela e mancanza di linea politica coerente, che si capisce perché molti preferiscano un olocausto purificatore ad uno stillicidio incontrollabile. Tanto peggio, tanto meglio. Aggiungo una nota di colore: ieri, RadioRAI ha trasmesso una diretta di ore sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato, gestita come “Tutto il calcio minuto per minuto”, con le stesse chiacchiere dementi da bar, lo stesso stile da tifoseria imbecille. Un’altra trasformazione, figlia di questa nuova era politica. La paura dei Grillini, che, dopo averli visti all’opera a Roma e Torino, mi pare più che giustificata, non ha prodotto una svolta positiva nelle altre forze politiche, che delirano come e quanto il MoViMento e promettono cose impossibili da mantenere. Con gente come Di Maio e Barillari al potere, la cultura tornerà ad essere riservata ad una ristretta élite, il disastro sociale ed economico risulterà più evidente, gli altri partiti avranno la possibilità di rigenerarsi. Io speriamo che me la cavo.

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