Sono passati 50 anni, oggi, dall’assassinio di Luigi Tenco. Un omicidio coperto dall’omertà di tutto un mondo che oramai è anch’esso scomparso. L’unico testimone del fatto, Lucio Dalla, che non venne MAI interrogato e non ne parlò MAI con nessuno, nel frattempo è morto. É morta Dalida, suicida, il 3 maggio del 1987 – colei che probabilmente ha sparato a Tenco. É morto Christian de la Maziére, l’ufficiale delle SS che era allora l’amante di Dalida e che ottenne le protezioni necessarie dalla Polizia italiana per convincere tutti che si trattava di suicidio. Sicché, di tutta questa storia orribile, resta solo una donna, il cui nome è sconosciuto (per fortuna), e che avrebbe dovuto sposare Luigi dopo il Festival di Sanremo in cui lui perse la vita. Ma non muore il ricordo del primo grande cantautore italiano, il primo ad avere una dimensione nazionale, ad avere contenuti eminentemente sociali e politici, ma non di parte. Il primo ad aver puntato il dito sull’ipocrisia, la solitudine, il fallimento piccolo borghese. Il primo ad aver visto e cantato di alcuni mutamenti della società che allora erano magari solo in nuce, ed oggi sono palesi ed hanno assunto dimensioni terribili. Guardatelo in questo filmato. Dietro di lui, come sempre, Lucio Dalla e Gianni Boncompagni. Ed un pubblico che oggi ci sembra ridicolo, quasi quanto Ornella Vanoni, oppure i testi della presentatrice ingessatissima. Non importa. Guardo questo video e sono gonfio di rabbia e commozione. Questa era un’Italia migliore o peggiore? Non importa. Ma quel bel ragazzo, così intelligente e così evidentemente ingenuo, è stato cancellato – come molte delle cose più belle e selvagge della vita. Eppure Luigi Tenco non riesce a morire, anche se le sue canzoni non le conoscono più in molti, anche se il fatto che suonasse il sax nella band di Celentano è un’informazione quasi segreta, anche se tutto questo i ragazzi di oggi non possono più riconoscersi. Peccato. Lasciatemi quindi ricordare questa data terribile, e la faccia di merda di Mike Bongiorno, che la mattina dopo ne diede l’annuncio come se si trattasse di una bazzecola irrilevante. La post-verità esisteva già allora, purtroppo.

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