Cerco di essere semplice fino al sempliciottismo. Una banca guadagna dando crediti, garantiti dai depositi dei clienti. Se una banca da dei crediti non garantiti, rischia. Se una banca – come accade da anni – preferisce scommettere al tavolo del casinò (i derivati), deve mettere al cantuccio un’enorme quantità di garanzie – e non lo fa. Non lo fa perché i clienti, sempre più scopertamente, non vogliono. Non vogliono perché sanno che alla roulette si perde denaro a ritmi vertiginosi. I clienti affidano i risparmi e si aspettano una rendita fissa e sicura. Certo, ci sono quelli che sono disposti a rischiare tantissimo, ed in nome di quelli vengono usati i soldi i tutti. Come accade a chi scommette su rouge o noir, quando perde ha la tendenza a raddoppiare la posta, nella speranza di ripianare la perdita della mano precedente. E si sa come si va a finire. Non è tutto. Una banca riceve soldi dai clienti se dà un’immagine di solidità. In Italia questo si è tramutato in: avere tanti dipendenti che fanno sempre meno. La burocratizzazione ha trasformato le grandi banche in ministeri, in un tempo in cui il retail banking (i dipendenti che stanno dietro il vetro in filiale) sta morendo. Sicché una banca ha bisogno di scommesse truccate per mantenere la facciata di solidità ed onorabilità. Orbene, fino a pochi anni fa la Borsa dava occasioni allucinanti, con le bolle speculative sulle nuove tecnologie, per fingere chissà cosa. Ora è finita. A questo punto bisogna affidarsi ad un’organizzazione criminale, che è l’unica forma di potere non economico che sia oggi in grado di monetizzare la propria posizione sul mercato. Le organizzazioni criminali hanno diversificato. La mafia, la Ndrangheta, le mafie di altre etnie, che hanno investito per anni in sigarette, diamanti, droga, schiavitù, armi e servizi di assistenza violenta, oggi reinveste in commercio ed in piccola industria, saltando le banche. Lo Stato, che è in grado di spremere il cittadino con un sistema di tasse dirette ed indirette che supera di gran lunga la metà degli introiti dei cittadini, e che con quei soldi, in passato, aveva garantito ogni puttanata delle banche, scopre di non essere più in grado di spremere soldi, per motivi che non spiego oggi – ma che attengono alla vendita all’estero degli assets utili e la conservazione di quelli inutili, dettata dai bisogni elettorali dei partiti. I Warlords, oramai, usano il baratto, e scelgono solo all’ultimo momento la divisa in cui cambiare, a seconda degli indirizzi sincronici. Oggi un gruppo mercenario lo affitti a Malta come l’equipaggio di una nave, poi lo mandi a sparare ovunque, da Monza all’Uganda, nell’arco di 48 ore. Insomma, le banche stanno esaurendo le garanzie che permettevano al loro management di fregarsene di tutto e di tutti. E le loro perdite aumentano, perché si scommette sui derivati, si pagano tangenti, si perdono clienti, ed a nessuno viene più in mente di investire stabilmente su progetti industriali a lungo termine. Tutti cercano immediata redditività, senza pensare che oggi, per fare banca, bisognerebbe non sperare nel colpo gobbo, ma costruire lentamente qualcosa di stabile – come fa Banca Etica. Matteo Renzi e la Banca Popolare di Vicenza hanno introdotto una nuova forma di violenza: chiedono che vengano sbattuti fuori dal sistema bancario non solo le industrie che chiedono un sostegno ed abbiano una redditività considerata troppo bassa, ma anche i clienti che tengono i soldi al pizzo e non li usano. A chi storce il naso: sto semplificando. Che fare? Investire in agricoltura, nel commercio e nella piccola industria CONTRO il crimine organizzato, e non al suo fianco. Chiudere le filiali e mandare a casa la gente. Investire in sicurezza, dato che lo Stato non è più in grado di farlo (o magari, a causa della connivenza imprenditoriale con la mafia, non ha più l’interesse a farlo). Smetterla con i derivati. Creare VERI fondi di investimento ITALIANI, che difendano i nostri assets migliori e convincano i cittadini ad investire su ciò che è solido, e non ciò che è sponsorizzato dalla Lega delle Cooperative. Perché l’unica differenza che c’è oggi tra LegaCoop e Ndrangheta, specie dopo la storia delle minacce al Sindaco di San Lazzaro di Savena, è l’espansione territoriale. LegaCoop e Mafia sono ancora molto strettamente legate al territorio d’origine. Ognuno fa le scelte imprenditoriali che si sente di fare. Ma non basta. Unicredit deve dimagrire. Le banche in sofferenza devono subire un colpo della misericordia ed essere accorpate, se è ancora possibile, se hanno ancora assets utilizzabili, oppure chiuse. Farà male? Continuare a tenerle in vita fa peggio, perché blocca risorse e le annienta. Ma soprattutto: MPS deve morire. Lo farà comunque, ma dopo aver ingoiato altri miliardi. Ma vi rendete conto che la Legge di Bilancio per il 2017 è già oggi ridicola? Che tutte le cifre di previsione sono oramai già state superate dalla realtà dei fatti? Che le entrate fiscali previste sono state calcolate in base agli ascolti di Peppa Pig? Sono il primo a prendermela con la Giunta Marra a Roma, anche adesso che la povera Assessora alle Funivie è rimasta sola e continua a fare pasticci (come vietare i botti – cosa che approvo – e poi dimenticarsi di fare i passaggi burocratici necessari, di modo che la decisione viene cancellata dalle autorità di controllo; come la figuraccia con gli artisti di strada, blanditi e poi insultati dalle pagine del sito del Comune). Ma costoro, oramai lo hanno visto tutti, sono solo i partecipanti alla Corrida di Corrado, rimasti senza showmaster. I Profumo, i Geronzi, ma anche i Renzi, i D’Alema, i Brunetta, i Monti, i Salvini, i Verdini, gli Alfano, e tutto ciò che costoro impersonificano e, in qualche modo controllano, sono loro ad aver quasi ammazzato il Paese (signore e signori, ho scoperto il “rapper” Bello Figo e l’incredibile operazione economica e politica leghista di cui è il centro, ne parlerò altrove). Le banche hanno giocato alle bolle speculative, finché queste non hanno fagocitato anche loro stesse. Per favore. mettiamoci intorno ad un tavolo e diteci quanto volete per sparire. Vi creiamo un Ducato di Lilliput in una Valle dell’Umbria, e noi ricominciamo da capo. E voi ci mandate di tanto in tanto Razzi come Ambasciatore, che gli facciamo dire quattro cazzate in croce, ci fa ridere tutti, ruba tre caciotte e fa finta di andare con una prostituta, ma non fa altrettanti danni come voi.

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