Alle primarie del PD votano più di un milione e mezzo di cittadini. Un risultato veramente importante, che per la prima volta dà un valore vero a questa cerimonia delle Primarie, cui fino ad oggi non avevo creduto – tant’è vero che, stavolta, ho votato anch’io e sono contento di aver versato 5 € per avvalermi di questo diritto. Non ho votato Zingaretti, ma questo non importa. Io credo che un milione e mezzo di cittadini abbia votato per altri motivi. Primo: per segnalare la propria delusione o addirittura avversione per l’azione politica, economica e culturale del governo Salvini-Di Maio. Lo stesso motivo che, secondo me, ha mosso tantissime di quelle 200mila persone che, sabato, avevano manifestato pacificamente per le vie di Milano. Il PD deve ora dimostrare di avere capito questo messaggio. Io stesso ho vottao per disperazione, perché in qualche modo deve esistere un’opposizione a questo regime suicida e corrotto che è oggi al potere. Ma se Zingaretti, che ha vinto, non sarà capace di comporre una squadra vera con una proposta politica vera, e non sarà capace di far dimenticare che siano mai esistiti Matteo Renzi, Massimo D’Alema e compagnia jellante, il milione e mezzo di oggi sarà ben presto la vite con cui chiuderemo la tomba di quel partito. Secondo: per segnalare che la democrazia sia altra cosa rispetto al regime totalitario e totalizzante sognato da Grillo, Salvini ed i loro scherani. Il M5S sostiene di consultare la base di un partito che ha preso più di un voto su tre alle elezioni, ma che decide con poche migliaia di click su un computer. Una presa per i fondelli. Gli italiani che amano la democrazia sacrificano delle ore della loro domenica per mettersi in fila e votare, a mano, per far vedere che libertà ed autodeterminazione sono manifestazioni fisiche, reali, pensiero ed azione di una cittadinanza, non un videogame che non interessa a nessuno e dei cui risultati nessuno può garantire la correttezza. Terzo: per sbugiardare chi, da un anno a questa parte, mostra al mondo l’italiano come un truculento teppista, un volgare bestione ruttante, un razzista, uno xenofobo, uno che è pronto a menar le mani e persino a sparare, un ignorante che sa solo insultare e straparla con un’ignoranza da barzelletta. Gli italiani sono quelli che erano instrada a Milano, ed erano di tanti colori: bianchi, neri, gialli, tutti esseri umani veri, cittadini appassionati, amanti della libertà. Quella libertà che Beppe Grillo, immediatamente, ha cercato di negare, facendo capire che, se potesse, lui queste manifestazioni le reprimerebbe con la violenza dell’esercito. Nato per offendere e sparolacciare, cresciuto per intimidire e minacciare, Grillo ha dimostrato orrore per chi, quietamente, dissente dalla sua follia e quella della sua setta religiosa. Un milione e mezzo di cittadini hanno detto al PD: ora fai politica. Ora promuovi le infrastrutture per salvare il lavoro, l’ambiente, la socialità, l’economia e l’umanità del nostro meraviglioso Paese. Un Paese di cui, da tremila anni, gli stranieri si innamorano al punto tale da voler essere più Romani dei Romani, più Italiani degli Italiani. Cittadini. Non popolo, non plebaglia, non odiatori ed urlatori di rabbia impotente ed ignorante. Cittadini, liberi. “La libertà non è star sopra un albero. Non è neanche avere un’opinione. La libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione”.

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