UN NUOVO RACCONTO PER L’ITALIA (4) – Il mutamento è in atto almeno dal 1994, ma l’ultimo quinquennio ha mostrato la crisi di rappresentatività della democrazia e del Parlamento in modo veramente spaventoso. Gli elementi sono pochi ma evidenti. Stamattina ne presento uno di quelli dagli effetti più devastanti. IL COLLASSO DEI PARTITI: all’interno dei partiti è morta la competenza amministrativa e, insieme a questa, la capacità di esprimere linee politiche ed un sano dibattito interno. Dire che tutto sia colpa della corruzione è una bugia pericolosa, che è quella che è stata usata per uccidere la prima Repubblica. La corruzione c’è sempre stata. Sempre. Gli accordi segreti sono meno oggi di quanti siano mai stati in passato, la trasparenza continua ad aumentare, non a diminuire. Mani Pulite portò come unico risultato non la diminuzione della corruzione, ma l’elezione del più grande corruttore dell’epoca, Silvio Berlusconi, alla guida del Paese. Oggi, la vera differenza tra PD, FI e M5S è lo stile, i messaggi sono gli stessi, la capacità di incidere la stessa. Tutte queste formazioni, comprese Lega, Meloni, Pisapia, Casapound, e purtroppo persino ciò che resta del Movimento Radicale, che si raccoglie attorno ad un personaggio squalificato come Della Vedova (che – non dimenticatelo mai – era tra gli assenteisti dello Ius Soli), si battono per una misera rappresentanza parlamentare, perché credono che questa sia la chiave per il denaro, la visibilità, lo spazio di manovra negoziale. Sbagliano, perché l’attività parlamentare è da decenni ridotta ad un mero esercizio nelle giornate di voto di fiducia. Il resto del tempo si avanza farraginosamente su questioni che poi resteranno probabilmente irrisolte. Il peso del singolo parlamentare esiste solo in quei momenti topici, ed è binario: sì o no, tertium non datur. Non ha più nemmeno senso militare in un partito per affinare e poi far valere le nostre idee. Il vecchio sistema per la costruzione delle linee politiche, che era diviso in modo piramidale, ed era sostanziato dal numero di tessere, è sepolto da decenni. Non esiste un modo “vero” per stabilire chi abbia “ragione”. Se prima esisteva la maggioranza (con efficienza scarsissima), oggi esperienze ridicole come le cosiddette primarie sono il simbolo dell’incapacità di dividersi e poi decidere congiuntamente sulla politica. O c’è uno che decide per tutti, e chi non è d’accordo se ne va, oppure si smette di funzionare. Se c’è uno che decide per tutti, il partito diventa lui/lei. Berlusconi, Salvini, Meloni, Renzi, Grillo – non sono sostituibili, a meno che non decidano motu proprio di scomparire o vengano travolti da uno scandalo di proporzioni tali da muovere il soporifero trascinarsi di un’opinione pubblica disattenta, stanca, incompetente, frustrata e infantile. Il M5S, in un estremo tentativo di restaurare la Prima Repubblica. ha cercato di rovesciare la frittata: comandano i peggiori, quelli più deboli, impreparati, sciocchi e corrotti, e vediamo se finalmente la gente si incazza. Niente. Di Maio è ancora lì, imperturbabile, uno che nella vecchia DC avrebbe fatto il leader della minoranza nella sezione di Sapri, spaccata sui posti da vigile urbano (che in un mondo sano sarebbe stato il grande sogno di Giggino). Non solo. Una volta, dalla “società civile”, emergevano singole personalità, profilatesi attraverso importanti campagne politiche nate al di fuori dai partiti, che poi, traghettate da una lista, giungevano in Parlamento per continuare a condurre da una posizione più forte e privilegiata la battaglia che avevano già iniziato altrove. Queste personalità ci sono ancora, ed arrivano ancora in Parlamento, ma l’eco delle loro battaglie non trae giovamento dalla elezione. Parliamoci chiaro. Oggi si vuole andare in Parlamento, se non si è capaci di fare null’altro nella vita, per avere uno stipendio fisso ed una buona pensione, non esiste alcun altro motivo. Se si vuole fare politica, meglio restarne fuori. Questo non vuol dure che in consenso sia morto, ma solo che rifiuta anch’esso il sistema piramidale (che si è dimostrato inefficiente) e che si organizza in modi diversi. Alla Conferenza cercheremo di analizzare come, perché l’idea è che oggi, per contare, per contribuire a cambiare le coscienze, di debba fare qualcosa di profondamente diverso ed innovativo.

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