Non capisco bene cosa sia accaduto, ma ieri notte Giggino Di Maio si è risvegliato ed ha preso una decisione che condivido, e che ha fatto inciampare Matteo Salvini sulle sue bugie – proprio lui, che fino a stamattina, si era finto uomo di Stato. Riassumo: non sono d’accordo con il programma giallo-verde per i seguenti motivi: a) non ci sono i soldi per la flat-tax ed il reddito di cittadinanza, anche se condivido entrambi i principi. Chiedere che ci taglino 250 miliardi di debiti è il motivo per cui la politica e la finanza straniera reagiscono come impazziti. Ringrazio Riccardo M. Ghia per la sua spiegazione su questo punto, che me la fa vedere in modo differente, e mi consiglia la prudenza; b) la proposta con cui Salvini e Di Maio vogliono rimpiazzare la Legge Fornero è ancora più dura della Legge Fornero stessa; c) i proclami sulla fine dell’immigrazione clandestina sono costosissimi e complessi – a meno che noi non si decida di sparare sui barconi, ed allora sono contrario. A ciò si aggiunge una mia idiosincrasia contro gente che grida onestà e ruba, che grida efficienza e combina casini, contro gente che insulta ma rifiuta di essere criticata. Ciò non di meno, come ho già scritto, è criminale minacciare il presidente Mattarella, ma bisogna dire, con calma e fermezza, che ha commesso un errore, e che il suo progetto Cottarelli è nato morto. Anche se, alla fine di questa ennesima mattinata di isteria, le parole di Sara Fusi Serangeli mi spingono vieppiù a ragionare – purtroppo siamo qui a pontificare conoscendo solo le versioni ufficiali dei fatti e misfatti legati a questi tre mesi di trattative inutili per la formazione del 65° governo della Repubblica. Dopodiché, su Savona, non dico nulla, perché mi sono informato come potevo nelle ultime ore, alcune sue tesi (il Piano B) mi sembra il conato di un folle, ma la politica la fa chi comanda davvero – quindi non lui. Giggino l’ha capito, pare, ed ora dice: ok, togliamo Savona, Mattarella ci proponga un altro nome, e noi partiamo domani mattina. Bravo, davvero bravo, sono d’accordo. In questo modo dà anche a Mattarella la possibilità di correggere il suo errore senza perderci la faccia. Un metodo di comportamento umano e civile, che il M5S, evidentemente, comincia a comprendere. Per alcuni militanti Giggino potrebbe essere fin troppo democristiano, io direi invece che impara la lezione, non mi importa sapere se ci crede o se fa solo finta. Il risultato è ciò che conta. E sulle proposte politiche. bisogna sempre partire dal presupposto che magari uno si sbaglia, magari ho torto io ed hanno ragione loro. Salvini va fuori di testa, e ci fa capire che lui, il governo, non ha mai voluto farlo, voleva essere fermato per poi andare al voto e raccogliere lo scontento dell’intero Paese, togliendo voti anche al M5S. A questo punto mi viene da pensare che Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia siano certi di arrivare oltre il 40% e di non avere più bisogno dell’alleanza con il M5S. Il che sarebbe una severa lezione di umiltà per i Grillini, magari foriera di positivi effetti. Sulla questione dello spread. Vladimir Spirito continua ad insistere che la Borsa vada benissimo, evidentemente leggiamo quotidiani diversi. E sullo spread, bisogna essere cinici. Lo spread è un interesse fittizio, applicato dalle banche, per aumentare i loro introiti, spacciando un Paese (in questo caso l’Italia) per insolvente – il che è una emerita bugia. Se aumenta lo spread gli italiani (e lo Stato) perdono tantissimi soldi, ma il problema va affrontato a Bruxelles, dove bisogna cambiare le regole – e subito. Salvini ha perso anni, anni in cui doveva essere lì, cercare una maggioranza per un cambiamento, ed invece si è guadagnato il disprezzo di tutti. Non andava MAI alle riunioni e poi ne criticava aspramente i risultati. Un lato positivo del M5S è che i suoi pur principianti politici sono pronti a dare l’anima per imparare, a Bruxelles come a Roma, e se la guida del partito li indirizza verso la democrazia, possono solo far bene ai nostri interessi. Imparare ad essere sostanza, non forma. Ed ora speriamo che si metta fine a questa pagliacciata. Avremo tempo e luogo per arrabbiarci con il nuovo governo, quando combinerà guai.

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