Come avevo predetto, Martin Schulz non si candiderà al Cancellierato contro Angela Merkel. A correre (si fa per dire) per i socialdemocratici sarà il Presidente della SPD, Sigmar Gabriel. E correrà per perdere, ovviamente. Confermo la mia opinione, già più volte ripetuta su queste pagine: SPD e CDU si batteranno insieme contro la AfD – il partito di destra populista di Frauke Petry, che punta più o meno sulla stessa agenda (un po’ mischiata ed un po’ più chic) del M5S e della Lega Nord e che rischia di divenire la seconda forza elettorale della Germania. Il motivo, per me, è chiarissimo. Oggi, se si guarda alla società, forze vicine al nazionalsocialismo della NPD, come la DVU, il gruppo semi-terroristico di PEGIDA (che pure pullula di gente qualunque, specialmente pensionati, alcoolizzati e disoccupati di lungo corso) creano un forte risucchio verso destra, di cui AfD è l’interprete più accreditato, ma contro il quale, passo dopo passo, si intravede un avvicinamento ed una concorrenza della CSU, il partito cristiano-sociale bavarese, da sempre alleato della CDU, ma che ha sempre costituito l’estrema destra dell’arco costituzionale tedesco – finora. Quello, per capirsi, del Ministro Federale delle Finanze Wolfgang Schäuble, che segue una linea durissima anche a Bruxelles nei confronti di tutti i Paesi (Italia, Grecia, Portogallo, Paesi Baltici) che sono nel mirino dell’espansione industriale e politica di un certo modo di intendere la Germania. La loro crescita ha fatto dire più volte ad Angela Merkel, che lei inizia a temere per una svolta autoritaria in molti Paesi (non lo dice, ma include anche la Germania) e per lo scoppio di una possibile Terza Guerra Mondiale. La SPD, che non ha più una linea politica vera e propria fin dalla fine dei governi di Gerhard Schröder, 16 anni fa, continua comunque a perdere elettori ed a conservarne soprattutto in quei Länder ed in quelle città, in cui la SPD distribuisce incarichi, contratti, posti di lavoro. Così Angela Merkel è rimasta (per il proprio partito, ma anche per la CSU ed i liberali – oramai quasi scomparsi – della FDP) il baluardo contro lo spostamento a sinistra del Paese (così venne scelta, 16 anni fa, per battersi contro una possibile alleanza tra SPD, la sinistra “vera”, raccolta in Die Linke, ed i Verdi). Quei tre partiti, ancora oggi, in una coalizione avrebbero la maggioranza quasi ovunque – incluso a livello federale. Ma nel frattempo è divenuta l’ultimo baluardo di una visione europeista, pacifista, integrativa e non sciovinista della Germania, guardando verso la Destra che cresce in modo terrificante. In un quadro del genere, la SPD (a mio parere) preferisce sostenere la Merkel come il proprio “vero” candidato, e Schulz sarà il suo “giusto” Ministro degli Esteri, per garantire che a Bruxelles il corso non venga deviato da spinte nazionaliste interne. Altrimenti, la minaccia è che a prendere quel posto sia proprio Schäuble, per giunta sospinto dalla forza crescente della AfD. Come potete immaginare, qui si giocano partite fondamentali: la Germania ha bisogno di espandersi ancora per sperare di salvare la propria industria automobilistica ed il proprio sistema bancario, entrambi profondamente in crisi. Una cosa che la gente cerca di far finta di non sapere: il tasso di disoccupazione, dal 2004 ad oggi, è sceso dal 10,4% (quindi simile a quello italiano) al 4,6% attuale, ma solo grazie ad una politica fortemente aggressiva: si fanno accordi internazionali, ma solo a patto di acquistare miliardi di prodotti tedeschi. Il Dieselgate e lo scandalo delle operazioni illegali negli Stati Uniti (che è costato alla Deutsche Bank oltre 7 miliardi di dollari, ma che ha chiamato alla cassa anche le altre banche universali tedesche) mostrano però l’estrema fragilità del sistema, che sa che non può iniziare a licenziare a manetta per non aprire una gravissima crisi sociale. Eppure c’è da chiedersi: da dove viene questa crisi? Perché la gente è scontenta, se le cose vanno così bene, specie se comparate al resto dell’Occidente? Perché tanto odio contro i capelloni e gli stranieri, in un Paese in cui i figli degli immigrati turchi, curdi, cinesi, spagnoli, italiani e polacchi fanno parte oramai anche della élite politica e finanziaria del Paese? Perché un’anziana signora di Görlitz, in mezzo agli sfoghi di violenta collera dei Naziskin nella sua città, dichiara candidamente alla TV, in diretta, che preferisce rischiare le botte da uno che conosce che vedere un negro che gira libero per strada? Perché accadono cose assolutamente evitabili come gli stupri di massa a Colonia il Capodanno scorso, o a Berlino al Carnevale delle Culture, a maggio? Perché, insomma, esistono forze rilevanti che pigiano sull’acceleratore della paura e spingono la massa a diventare violenta, ad essere spaventata, a implorare meno democrazia? La nascita, la crescita e l’affermazione del nazionalsocialismo in Germania non sono avvenuti per una coincidenza. Ci sono radici profonde, legate al fatto che la Germania sia nata ancora dopo l’Italia, come una coalizione militare. La Baviera venne di fatto annessa nel 1918, dopo la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, cui il Regno di Baviera era strettamente legato fin dalla guerra del 1866 – combattuta dai Bavaresi contro i Prussiani, che poi saranno la forza motrice dell’unificazione tedesca. La Germania si fece CONTRO le decisioni del Congresso di Vienna, e con moti rivoluzionari, nel 1848 (specie a Berlino), simili a quelli italiani. Ma quando si arrivò al dunque, fu la monarchia Prussiana a riunificare il Paese, con l’aiuto e la spinta di un’industria potentissima, che aveva bisogno di una moneta unica e forte, ed un collasso delle grandi banche, dovuto alla mancanza di regole e di una Banca Federale che le facesse osservare. Fin da allora, il potere economico ed industriale diffida della democrazia e preferisce la dittatura. Non a caso la NSDAP venne “creata”, accompagnata e sostenuta da IG Farben, la prima grande multinazionale del pianeta, che riuniva tutte le industrie chimiche e farmaceutiche che oggi tutto il mondo conosce come singole potenze industriali (Bayer, BASF, Merck, Henkel, Höchst etc.). Le divisioni religiose, che produssero migliaia di morti nei secoli precedenti, sono tuttora fortissime e necessitano di quote, nelle divisioni degli incarichi politici: tra luterani, evangelici, cattolici e calvinisti non corre buon sangue. L’unica cosa capace di unire tutti era l’odio verso il nemico invisibile – l’ebreo fino al 1945, il musulmano oggi. La dinamica è spiegata brillantemente da David Bidussa nel suo articolo del 16 dicembre per “Gli Stati Generali”, intitolato: “Dopo il secolo dei genocidi è il nostro il tempo del fanatismo” (glistatigenerali.com/filosofia/dopo-il-secolo-dei-genocidi-e-il-nostro-il-tempo-del-fanatismo/). I tedeschi sono vissuti per oltre 60 anni con il complesso di colpa dell’Olocausto. Ora, molti di loro, non sono più impressionati dalla propaganda pacifista, e vedono nello sterminio degli Ebrei il simbolo di una potenza tedesca cui il governo “debole ed amico degli ebrei e degli omosessuali” (propaganda NPD) della Signora Merkel cerca di mettere un tappo. Molti tedeschi, insomma, odiano l’Unione Europea perché non sanno e non vogliono sapere che il loro lusso si basa sullo sfruttamento della posizione di forza della Germania, credono invece che se l’Unione Europea fosse semplicemente lo “spazio vitale” hitleriano, di cui la Germania ha bisogno per tradizione mistica (la forza che Bismarck ed i Prussiani opposero al democraticismo ribelle del 1848), allora i tedeschi vendicherebbero le due sconfitte del 1918 e del 1945 e dominerebbero il mondo. La base di persone disorientate, tendenti alla fede mistica, oppresse dal senso di responsabilità e dalla complessità, che in Italia vota appunto M5S e Lega Nord, in Germania ha tendenze molto più pericolose. Per questo il mio lunghissimo testo di Fine Anno. Il grazie a Martin Schulz, che a mio avviso porta la SPD a fare una scelta giusta e fondamentale che tutela tutti gli Europei, noi Italiani compresi, ed a Voi tutti, che leggete le mie righe. Mi avete regalato ore di commozione, leggendo i Vostri commenti, le correzioni che avete apportato ai miei sbagli, e mi avete fatto sentire parte di una comunità di persone consapevoli, intelligenti, empatiche, assetate di capire, sapere, volere. Grazie di tutto cuore.

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