Ho cercato per giorni di non lasciarmi trascinare nel dibattito sugli stranieri, perché si tratta del tema che Salvini usa poter evitare di parlare dei problemi veri del Paese, e che lui non ha idea di come affrontare. Ma le cose peggiorano. Oramai nessuno è più in grado, con lucidità, di evitare di mischiare due problemi differenti: quello dell’immigrazione e quello dell’integrazione. Sono due argomenti completamente diversi, che Lega e M5S mischiano, perché non sanno come affrontarlo. Il PD e Forza Italia li seguono, perché stanno esattamente nello stesso pantano. L’integrazione: in Italia ci sono circa 600mila stranieri, alcuni con un permesso, alcuni no. Coloro che hanno un permesso si dividono tra coloro che sono perfettamente integrati, lavorano e pagano le tasse, contribuiscono al tessuto sociale del Paese, e lo fanno in modo migliore delle centinaia di persone che, negli ultimi anni, si sono fatti vedere perché ammazzano moglie e figli, truffano lo Stato o i privati, chiedono a gran voce l’instaurazione di una dittatura violenta e fascista. Poi ci sono quelli che hanno un permesso e si stavano integrando, finché il governo non ha votato il “Decreto Sicurezza”, che ha gettato a dormire per strada centinaia di persone per bene che stavano studiando ed iniziavano a lavorare. Perché il governo non vuole che le cose vadano bene, vuole far salire l’allarme sociale, di modo che la gente sia disposto ad accettare una dittatura fascista, leghista, grillista. Poi ci sono quelli che non hanno un permesso. La stragrande maggioranza di loro lavora come schiavi per sostenere il nostro livello di vita. Vengono trattati come bestie, non hanno nessun diritto, non fanno male a nessuno. Siamo noi che facciamo male a loro, e non diamo loro alcuna possibilità. Se avessimo un governo serio, questo opererebbe interventi IMMEDIATI a sostegno dell’agricoltura, in cambio della regolarizzazione del precariato e caporalato agrario. Lo abbiamo fatto negli anni 50, possiamo rifarlo, anche senza passare per l’eccidio fascista di Portella della Ginestra. Una minoranza di questi irregolari lavora per il crimine organizzato, la mafia nigeriana si sta stabilizzando come organizzazione di bracciantato per le vecchie mafie, che certe merde non le vogliono più fare. Ebbene, questa criminalità va combattuta con la polizia e punizioni certe, draconiane ed immediate – che non ci sono, perché se esistesse un governo questo metterebbe mano alla crisi della giustizia penale e civile. Cosa fare con costoro? Ci sono tre strade. Lasciare tutto così (che è ciò che vuole il governo), rimpatriare gli irregolari (Salvini aveva promesso mezzo milione di rimpatri in un anno, ora fa il piacione dicendo che ne ha rimpatriati 6mila), integrare coloro che si lasciano integrare. Sono cittadini di cui abbiamo bisogno. Tra vent’anni ci saranno altri 6 milioni di italiani in meno, ed un terzo di questi saranno pensionati. O adottiamo dei giovani stranieri, o lasciamo che qualcuno ci invada. Non esiste una terza possibilità. Il salvinismo crede che il suo obiettivo più remunerativo sia arrivare a spararsi per strada. Scusatemi se non sono d’accordo. E badate bene che non sto parlando dei rom, che sono una questione talmente irrisolvibile che nemmeno Salvini li nomina più. L’altro problema è quello dell’immigrazione. Salvini ha ragione, quando dice che l’Unione Europea ci ha lasciato da soli. Cerca di affermare un principio che ha funzionato in altri Paesi: venite pure, ma solo attraverso i canali ufficiali, e quando abbiamo bisogno di voi. Germania, Francia e Regno Unito hanno una percentuale di stranieri dieci volte superiore alla nostra. Ma non vogliono quelli dei barconi, come non li vuole Salvini. Ma questo, più che un problema, è una tragedia. Non possiamo impedire a migliaia di disperati di andare in Libia e farsi torturare per mesi, se non per anni. Non si capisce perché costoro diano agli aguzzini più soldi di quanti ne servano per venire in Europa in aereo, senza rischiare nulla. Ma lo fanno. E poi si gettano in mare e sperano di essere salvati. Da Minniti in poi la nostra politica è di chiedere ai libici di ammazzarne talmente tanti da convincerli a lasciar perdere, ed infatti la gente sui barconi è diminuita dell’80%. Capisco perfettamente Salvini: se noi raccogliamo tutti coloro che arrivano fin lì, il numero dei partenti aumenterà nuovamente. Ci sono tre possibilità: li lasciamo affogare, li lasciamo entrare, spariamo sui barconi. Bisogna essere pragmatici, non esiste altra possibilità.

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