Ho ascoltato il discorso di Giuseppe Conte. Nulla sull’Euro, nulla su Ilva ed Alitalia, nulla sull’aumento possibile dell’IVA, diversi impegni di principio, nessuna spiegazione del come. Tanto pathos, pochissimo contenuto. Niente TAV, niente sui vaccini, niente sulla scuola, nel giorno in cui Ernesto Galli Della Loggia ha finalmente avuto il coraggio di porre la questione dell’istruzione come un’espressione dei rapporti sani di rispetto dei rispettivi ruoli. Ma il nuovo governo soffia sul non detto e sulla confusione. Niente sul conflitto di interessi (del resto nemmeno Berlusconi ne ha di gravi quanto il M5S), ma proposta di allargare le maglie della legge sulla legittima difesa, e poi la proposta più grave di tutte: l’introduzione della figura dell’agente provocatore – ovvero quel poliziotto che commette crimini per fare in modo di coinvolgere altri cittadini, in qualità di complici. Come se ne avessimo bisogno, con la storia dei servizi deviati che ha inquinato in modo sanguinario la storia dell’Italia Repubblicana. Va bene. Volevate mettere paura ai cittadini per bene, ci siete riusciti. Rimpiangeremo Berlusconi. Oppure no, perché Salvini, non più tardi di ieri, da Pozzallo annuncia che non sarà in grado di mantenere la sua promessa di “rimandare a casa” mezzo milione di clandestini. Ma adesso dobbiamo stare zitti, perché costoro non aspettano altro che le nostre proteste, per piagnucolare e dire che non ce la fanno per colpa nostra. Il governo del vittimismo è in carica. Vediamo fin quando dura.

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