Allora, riassumiamo: sull’onda del 40% alle europee il PD, o meglio la combriccola che se ne è impossessato, decide di fare la riforma costituzionale sulla base del principio che così, la sera delle elezioni, sapremo chi ha vinto le elezioni. È chiaro che hanno in testa una certezza: saremo noi a vincere le elezioni. Poi arbitro ha fischiato inizio di partita e hanno preso una qual certa sberla. Nel frattempo gli altri, i nemici, hanno tuonato contro la riforma costituzionale perché, pensampo’, pure loro erano convinti che il PD avrebbe vinto. Poi hanno dato le sberle al PD. Quindi siamo a questo: nessuno può cambiare opinione per non fare la figura del fesso e ne risulta che chi era contro ora segretamente è a favore ma non può dirlo, mentre chi era a favore ora comincia a essere contro ma non può dirlo, almeno non ancora. Non è bellissimo? È più che bellissimo, è sublime! E d’altra parte è quel che necessariamente succede quando l’architettura costituzionale viene affidata ai Renzi, alle Boschi, alle Serracchiani. Pensatori e strateghi con la Q maiuscola.

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