L’arresto di Cesare Battisti, e la sua probabile veloce estradizione in Italia, dove resterà in galera per il resto della sua vita, è un fatto positivo. Lo sfruttamento a scopi di propaganda partitica di questo avvenimento, figlio della vittoria dell’estrema destra in Brasile, è uno schifo che riapre antiche ferite. Lo spiego a chi è troppo giovane per capire, o chi non ha voglia di sapere. Cerco di essere il più lucido possibile in un momento di grande commozione. Ognuno di noi, nel corso della propria vita, DEVE decidere se accetta l’esistenza dello Stato e l’esistenza di un contratto che ci renda tutti corresponsabili di ciò che avviene. Deve decidere se accetta la dialettica democratica come l’unica formula accettabile per cambiare la realtà. Cesare Battisti ha ucciso quattro persone, e non esiste nessuna giustificazione accettabile per questo fatto: è un assassino, è stato giudicato, deve pagare. Se lui non paga, perché ne difendiamo il diritto alla furbizia, allora la scelta si è fatta non PER lo Stato, ma CONTRO lo Stato. Entrambe sono scelte legittime, ma se sono CONTRO, allora devo rinunciare ai doni dello Stato: istruzione, sanità, accesso al lavoro ed ai servizi – non importa se buoni o cattivi. Se sono contro, devo sparire, devo vivere FUORI dalla società. Conosco chi ha fatto questa scelta e ne ho un’enorme stima, ma non accetterei se uccidessero, ed infatti non lo fanno. Costoro si limitano a non usare i servizi dello Stato ed a non pagarne le tasse – ed hanno ragione, penso io. Ma loro sono loro. Io questa scelta l’ho fatta, tra tantissimi dubbi, quando avevo 22 anni ed ero probabilmente troppo giovane, eppure sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. Da solo non ce l’avrei mai fatta. È vero: la democrazia rende possibile che Lega Nord e M5S possano gestire lo Stato (quindi anche la mia vita) a base di bugie e di decisioni folli e suicide, cercando di imporre una dittatura strisciante ed applicando un’arroganza paragonabile a quella dei regimi europei (Germania, Russia) degli ultimi 200 anni: li singe l’idea che tutto ciò che non capiscono debba essere distrutto, “noi” abbiamo ragione per tautologia, “noi” abbiamo diritto a compiere qualunque delitto per obbligare la realtà (ed i cittadini riottosi) a darci ragione. La violenza di questo governo e dei suoi fedeli è una cosa che non si vedeva oramai da cento anni. Eppure, essendo questo governo eletto democraticamente, lo accetto, ed accetto le conseguenze del suo governare, riservandomi il diritto di criticarlo. Tra il 1967 ed il 1978 le cose stavano in modo diverso. Ci era stato detto, una ventina d’anni prima (un lasso di tempo minuscolo, ho scoperto invecchiando), che la democrazia avesse vinto ed il fascismo fosse stato PER SEMPRE sconfitto, e non era vero. Non era vero nulla, anzi. Specie nell’Esercito, nella Polizia e nella Magistratura c’erano tantissime persone, con posizioni di responsabilità ed intoccabilità, che agivano ancora in modo antidemocratico e fascista, che avevano il diritto di picchiare ed uccidere, e lo facevano. La strage di Portella della Ginestra, l’assassinio dell’anarchico Pinelli, lo stragismo di destra e filo-americano, il Golgota inflitto a Valpreda, l’esecuzione di Giorgiana Masi, non saprei dove mettere la parola fine. La mia generazione cadde nel tranello, e molti di noi (alcuni li conosco personalmente) hanno scelto di dichiarare guerra allo Stato, e Battisti era uno di questi. Una scelta comprensibile e dettata soprattutto dall’entusiasmo e dalla frustrazione, ma comprensibile non significa accettabile. Gli omicidi delle organizzazioni di estrema destra e di estrema sinistra hanno giustificato una reazione violentissima da parte di quella frazione di persone che, annidate nei gangli dello Stato, erano e sono per la negazione della democrazia. Chi ha ucciso, ha ammazzato gente che non aveva fatto nulla, ed ha rovesciato le simpatie di chi, originariamente, era favorevole ad un cambiamento (pacifico) della vita, e ci ha poi rinunciato, spinto dalla paura di qualunque cosa venisse dall’estremismo, e poi di qualunque cosa venisse da sinistra. La colpa dell’estinzione del movimento studentesco, lo dico con assoluta sicurezza, è stato l’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta. Aggiungo che non mi sento di fare alcuna distinzione tra la strage di Bologna, la strage di Capaci, e le esecuzioni delle Brigate Rosse. Ma allora perché sono così commosso? Perché, fin da allora, convivo con la mia consapevolezza di essere stato tradito nella mia scelta di restare fedele allo Stato, e ciò mi fa sentire solo, sconfitto, umiliato e deriso. Perché chi comanda in questo Paese non è una maggioranza di democratici, ma da sempre una massa indistinguibile di piccoli egoismi, di odi di quartiere, di ignoranza, di pochezza morale ed umana, di sopraffazione, di rabbia, di violenza, che di anno in anno, dapprima con la DC, poi con il PSI ed il PSDI, poi con Forza Italia, poi con il connubio tra Berlusconi, Prodi e D’Alema (che è la più grande sventura del nostro Paese dopo l’entrata in guerra del 1940) ha creato i presupposti per il governo Monti, a sua volta concausa del renzismo, a sua volta causa scatenante della follia odierna. Sono commosso perché esiste un qualcosa di romantico nel battersi sulle barricate, visto che non esiste alcuna possibilità pratica di vincere dialetticamente contro la barbarie e la stupidità. Perché il bimbo che è in me segretamente ride del mariuolo che ha fregato tutti per 37 anni, e non è stato ammazzato come Giorgiana Masi, Giuseppe Pinelli, Vincenza La Fata. Ma sono orgoglioso di poter dire, a squarciagola: nonostante il bimbo che vive in me, nonostante voi fascisti abbiate distrutto il sogno di un’Italia migliore, più ricca, più bella, più tollerante, più efficiente, più libera, io sono CON LO STATO. Cesare Battisti forse è un terrorista, ma non importa. È un assassino, e deve pagare. Era ora che accadesse.

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