Il punk
“Blitzkrieg Bop” (The Ramones) – 1975
Se il punk dev’essere negazione, estetica della bruttezza, mancanza di tecnica, allora la più grande punk band della storia non sono i Sex Pistols, ma i Ramones. Nessuno di loro sapeva suonare veramente gli strumenti che impugnavano, nei primi concerti Tommy Ramone, il batterista, suonava a casaccio, perché non aveva mai suonato prima, non conosceva le canzoni e faceva fatica ad andare a tempo per un periodo superiore ad una decina di secondi. I testi erano deliranti, le canzoni semplicissime e brevissime, i loro primi concerti duravano un quarto d’ora, durante i quali suonavano 12 pezzi, ma quando il pubblico chiese concerti più lunghi, loro suonavano gli stessi pezzi più volte. Tra una canzone e l’altra solo il grido del cantante Joey Ramone: one two three four – un grido necessario per spiegare il ritmo al batterista. Nel primo disco tutti gli accordi erano in maggiore, ma proprio questo rese la band unica al mondo. Tutti i grandi della musica hard dicevano allora e ricordano oggi che i Ramones fossero una bomba, un muro di suono, una ruspa che annientava qualunque altro sound. Quando, all’inizio, li facevano suonare come apertura di concerti di band famose, quando queste ultime salivano sul palco sembravano non esistere, come se suonassero in silenzio, dopo che i Ramones avevano bombardato il pubblico. All’inizio riuscirono a mettere in fila diversi concerti in cui non veniva nessuno, o venivano persone che fischiavano e cercavano di farli smettere, visto che tecnicamente talmente scarsi… tutto inutile. Negli anni in cui la band aveva la formazione base, i Ramones sonavano in media sei volte ogni weekend, insomma diversi concerti al giorno. Se ci si aggiunge il consumo di droga, di alcool ed in generale lo stile di vita completamente folle in cui la band visse il decennio d’oro, si capisce perché tutti i componenti della band siano morti prima dei 50 anni di età. L’epoca d’oro finì con l’album “End of the world”, prodotto da Phil Spector – un album con fiati e violini, che vendette più dischi di tutti gli altri album messi insieme, ma che la band non era capace di suonare dal vivo e portò i singoli componenti a decidere di smettere. Anche per questo i Ramones restano la vera grande, coerente e disperata rappresentazione dell’ideale antisociale e quasi anti-umano del punk.
“Blitzkrieg Bop”
Hey ho, let’s go! Hey ho, let’s go!
Hey ho, let’s go! Hey ho, let’s go!
They’re forming in straight line
They’re going through a tight wind
The kids are losing their minds
The Blitzkrieg Bop
They’re piling in the back seat
They’re generating steam heat
Pulsating to the back beat
The Blitzkrieg Bop
Hey ho, let’s go shoot ‘em in the back now
What they want, I don’t know they’re all revved up and ready to go
They’re forming in straight line
They’re going through a tight wind
The kids are losing their minds
The Blitzkrieg Bop
They’re piling in the back seat
They’re generating steam heat
Pulsating to the back beat
The Blitzkrieg Bop
Hey ho, let’s go shoot ‘em in the back now
What they want, I don’t know they’re all revved up and ready to go
They’re forming in straight line
They’re going through a tight wind
The kids are losing their minds
The Blitzkrieg Bop
They’re piling in the back seat
They’re generating steam heat
Pulsating to the back beat
The Blitzkrieg Bop
Hey ho, let’s go! Hey ho, let’s go!
Hey ho, let’s go! Hey ho, let’s go!
(Thomas Erdelyi, John Cummings Rmone, Douglas Colvin, Jeffrey Hyman)