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INTRO – Lullaby (The Cure) | Come Foglie d'Autunno

INTRO – Lullaby (The Cure)

INTRO
“Lullaby” (The Cure) – 1989

The-cure-1980

Sull’anno 1989 ci si potrebbe scrivere un romanzo, un romanzo dai mille colori al cui centro ci sia la Caduta del Muro di Berlino: il simbolo della fine di un’epoca, la rinascita di una generazione condita di promesse di riscatto culturale, emotivo e sociale, l’inizio di una nuova era in cui tutte le barriere vengono abbattute non solo in Germania, ma nel mondo intero. Il termine LIBERTA’, da sempre vessillo della rivendicazione di un mondo migliore, sembra finalmente avere il colore della speranza, della fiducia, delle aspettative ad un passo dal realizzarsi. Anche il cinema si emoziona, i suoi eroi si gonfiano di commozione: si emoziona e si scopre fragile nei suoi affetti più nascosti Indiana Jones quando deve andare a riprendere suo padre (un indimenticabile Harrison Ford) imprigionato dai nazisti in “Indiana Jones e l’ultima crociata”; si emoziona il primo Batman di Tim Burton, che lotta contro il suo primo grande nemico, Joker, che ha sterminato la sua famiglia; si emoziona la scolaresca de “L’Attimo Fuggente” con le poesie di Walt Whitman e la ribellione contro un concetto di famiglia arroccata nelle gerarchie, nell’obbedienza, nella repressione dei sogni. Sono personaggi credibili, di carne e di ossa, non supereroi da fumetto: lottano tutti i giorni, sanno piangere, e ritrovano la loro parte più nascosta nel nuovo incontro con la famiglia, la famiglia che un Muro aveva separato. E la musica… la musica si libera di molti vecchi vincoli, e disinibita racconta dei sogni più tormentati e truculenti, come in “Bleach” dei Nirvana, “Another Place in Time” di Van Morrison e in “Bloodflowers” dei The Cure, ma ancora di più in “Lullaby” – una ninna-nanna dal principio lento e rassicurante, come tutte le ninne nanne, in cui Spider Man si insinua nei sogni non più bambini di Robert Smith, che compiuti i trent’anni si ritrova più perfezionista, più tormentato, più critico, e rinuncia ai proclami di suicidio su cui aveva fatto perno la sua epopea artistica nei primi anni. Il Muro è caduto, insieme alle Ninne Nanne di tutto il mondo si mischiano i sogni di intere generazioni che prima non riuscivano a comunicare.

 

“Lullaby”

On candy stripe legs the Spiderman comes
Softly through the shadow of the evening sun
Stealing past the windows of the blissfully dead
Looking for the victim shivering in bed
Searching out fear in the gathering gloom
And suddenly a movement in the corner of the room
And there is nothing I can do when I realize with fright
That the Spiderman is having me for dinner tonight

Quietly he laughs and shaking his head
Creeps closer now, closer to the foot of the bed
And softer than shadow and quicker than flies
His arms are all around me and his tongue in my eyes
Be still be calm be quiet now my precious boy
Don’t struggle like that or I will only love you more
For it’s much too late to get away or turn on the light
The Spiderman is having me for dinner tonight

And I feel like I’m being eaten
By a thousand million shivering furry holes
And I know that in the morning
I will wake up in the shivering cold
And the Spiderman is always hungry

(Robert James Smith)