L’autodistruzione
“Whisky in the Jar” (Thin Lizzy) – 1973
Phil Lynott è stato probabilmente il primo grande bassista solista del rock. Irlandese, orfano e nero (suo padre era brasiliano e scappò dall’Irlanda quando Phil aveva tre anni), è cresciuto imitando Jimi Hendrix nella solitudine di un’infanzia da escluso, ed ancora prima dei 18 anni suonava e cantava per strada con un talento impressionante canzoni di Van Morrison, dei Them, di Hendrix, dei Cream (che adorava perché avevano Jack Bruce, un bassista che cantava da solista), ed insieme ad un giovanissimo Gary Moore e poi altri straordinari musicisti di strada dublinesi mise insieme i Thin Lizzy, che sono stati, fino all’esplosione degli U2, la più importante e famosa band irlandese. La band era talmente nota, che tutti fecero a gara per suonarci (Snowy White, John DuCann degli Atomic Rooster, i Queen, gli Status Quo, i Bachman Turner Overdrive, Suzi Quatro, REO Speedwagon, Bob Seger, i Rush, gli Aerosmith, Rod Stewart) ed anche se i dischi, all’inizio, si vendevano poco fuori dall’Irlanda, i Thin Lizzy dal vivo erano una delle band più apprezzate del mondo. Ma come Shane McGowan dei Pogues, Phil Lynott e gli altri membri della band hanno passato gli anni del loro successo a distruggersi con la droga, l’alcool, le risse pazzesche nei bar, gli incidenti d’auto e di moto. Phil morirà a soli 36 anni, ufficialmente di setticemia, distrutto dalla vita estremamente dispendiosa, lasciando una moglie due figli piccoli. Contrari al divismo del rock, i Thin Lizzy crescono come figli d’Irlanda, come cristiani e patrioti, gente che viene dalla strada e che si sente parte di una comunità di diseredati che devono battersi insieme per sopravvivere. Difatti il loro più grande successo, “Whisky in the Jar”, e una ballata tradizionale della musica gaelica. Mentre la musica pop dà spazio ad una nuova generazioni di superstar arroganti ed egoiste, salutiste e schizzinose, Phil Lynott ed i Thin Lizzy vanno oltre il punk: “Quando vedo quei ragazzi con quei capelli assurdi penso a quanto abbiano pagato per conciarsi così. Poi penso che mia mamma non ha abbastanza soldi per mangiare, e che se mi avanza qualcosa in tasca preferisco spenderlo in droga e in birra, perché io amo la mia ragazza e non voglio fare cazzate, e nessuno deve soffrire perché io odio la vita”. Con la sua morte e quella di un altro bassista, Sid Vicious dei Sex Pistols, finisce una generazione di grandi artisti votati all’autodistruzione.
“Whisky in the Jar”
As I was goin’ over the Cork and Kerry mountains.
I saw Captain Farrell and his money he was countin’.
I first produced my pistol and then produced my rapier.
I said stand o’er and deliver or the devil he may take ya.
Musha ring dumb a do dumb a da.
Whack for my daddy-o, Whack for my daddy-o.
There’s whiskey in the jar-o.
I took all of his money and it was a pretty penny.
I took all of his money and I brought it home to Molly.
She swore that she’d love me, never would she leave me.
But the devil take that woman for you know she tricked me easy.
Musha ring dumb a do dumb a da.
Whack for my daddy-o, Whack for my daddy-o.
There’s whiskey in the jar-o.
Being drunk and weary I went to Molly’s chamber.
Takin’ my money with me and I never knew the danger.
For about six or maybe seven in walked Captain Farrell.
I jumped up, fired off my pistols and I shot him with both barrels.
Musha ring dumb a do dumb a da.
Whack for my daddy-o, Whack for my daddy-o.
There’s whiskey in the jar-o.
Now some men like the fishin’ and some men like the fowlin’,
And some men like ta hear a cannon ball a roarin’.
Me? I like sleepin’ specially in my Molly’s chamber.
But here I am in prison, here I am with a ball and chain, yeah.
Musha ring dumb a do dumb a da.
Whack for my daddy-o, Whack for my daddy-o.
There’s whiskey in the jar-o.
And I got drunk on whiskey-o
And I love, I love, I love, I love, I love, I love my Molly-o.
(Traditional, Philip Lynot, Eric Bell, Brian Downey)