Mi ha detto: “Chissà perché l’universo ti ha messo sulla mia strada”. Ho imparato. Sono stato zitto. Del resto, costruire un perché sottintende un determinismo, che non c’è. Credo invece che entrambi, incontrandoci, abbiamo messo il piede per evitare che la porta si chiudesse. So che non bisogna mai far notare all’altro che ci siamo accorti di quel piede. Bisogna sempre dare una via di fuga. Noblesse oblige. Ho anche imparato a non affollare. Bene. Le persone cui vogliamo bene vanno protette, prima di tutto da noi stessi. Per il resto, ho solo una dichiarazione per la stampa: non conosco il futuro, ma su ciò che già c’è, ribadisco: che fortuna. Che fortuna. Che fortuna.

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