Lungo tutta la mia vita c’è una cosa che mi è sempre riuscita difficile, se non impossibile: la calma. Mi capita di essere calmo sul lavoro, quando mi sento a mio agio, sono in grado di decidere sui tempi e sui modi, ed attraverso gli anni ho acquisito un’esperienza ed una sicurezza sufficienti per sentirmi padrone di me stesso. Nella mia vita sociale, invece, la calma non la conosco. Da una parte le paure di essere rifiutato o abbandonato, dall’altra parte la necessità di rifiutare ed abbandonare. Vanità, superbia, snobismo, sono l’altra faccia del sentirsi completamente estraneo alla calma apparente con cui la gran parte delle persone compie scelte (e le giustifica) in modo per me incomprensibile, inspiegabile, intollerabile. Quando ero più piccolo ero roso dall’invidia, perché mi capitava di finire in situazioni in cui altre persone, di cui avevo profonda disistima, ottenessero ciò che credevo di volere. L’invidia è una debolezza gravissima, ho scoperto, che ti uccide dal di dentro. Oggi ho grande rispetto per persone che hanno ottenuto cose che non sarò mai in grado di fare, specie se la calma ne è stato uno dei presupposti, insieme alla determinazione, la flessibilità e la focalizzazione. La maggior parte delle persone, ho imparato, guida la propria vita come fosse un’automobilina a scontro, chiudendo gli occhi e dando gas. Per le altre, oltre ad un disprezzo profondo, provo anche la coscienza del fatto che in realtà non ottengano ciò che volevo io, ma altro, di cui non mi sarebbe importato nulla. Ne ho fraintesi i risultati. La vita mi ha punito severamente per i miei sbagli e mi ha regalato fortune ben al di là dei miei meriti. La mia debolezza e la mia mancanza di calma hanno reso la mia vita più difficile del necessario, ed il mio decadimento fisico fin troppo veloce. Ma adesso inizio a vedere una via d’uscita in una sorta di ascetismo bipolare. Ridurre al minimo il contatto con il genere umano, per cercare di capirlo meglio ed imparare a volergli bene – ma da lontano. Ecco dov’è la calma che finora non ho conosciuto: voler bene a poche persone, ma da lontano, senza essere coinvolto nelle loro dinamiche, senza coinvolgere loro nelle mie.

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