Ci ho pensato a lungo. Da decenni, ogni 8 marzo, ho regalato mimose e scritto messaggi. Quest’anno non ho voglia di farlo, perché mi sembra, oramai, pura ipocrisia. Ammazzare una donna, nel nostro Paese, oggi è consuetudine quotidiana. Non esiste più alcun freno sociale e culturale, e quanto alla repressione giudiziaria stendiamo un pietoso velo: è sufficente sostenere di avere ucciso in preda ad un forte turbamento, e tutto passa in cavalleria. Prima di tutto, sono stufo di difendere donne e uomini a prescindere. La maggior parte delle donne che conosco, e che hanno rinunciato ad avere una carriera professionale o un mestiere vero. nel quale siano direttamente e personalmente responsabili (insegnante, commerciante etc.), hanno sposato un uomo a casaccio, sono sole e disperate, e coprono i figli (specie i maschi) di quello che loro chiamano amore e che invece è attaccamento morboso e manipolazione: costruiscono i figli maschi nella speranza che sostituiscano i propri padri. Questi maschi, crescendo, hanno imparato che non sia dovuto nessun rispetto a quella sguattera antiestetica, malinconica, lagnosa e petulante che risolve TUTTI i loro problemi, difendendoli anche quando combinano guai grossi, evitando che imparino mai il significato delle parole “rispetto”, “responsabilità” e “consapevolezza”, considerano le donne una loro proprietà, esseri che si realizzano pienamente solo esaudendo ogni capriccio maschile e che non se ne vanno mai. Poi incontrano una donna che ha interessi propri e, quindi, se ne va, e l’ammazzano, sentendosi offesi per l’onta subita. Ed ecco uno dei motivi per cui la figura del PADRE si è oramai quasi estinta. Anche perché questo stesso tipo di donne preferisce essere picchiata, umiliata ed uccisa, piuttosto che rischiare di essere lasciata. Le mie considerazioni non assolvono i maschi. Il mio disgusto (era disprezzo, ma con gli anni peggiora) per questi che arrivano a 50 anni senza mai aver veramente affrontato nulla, viziati e protetti nella loro pigrizia in modo totalizzante, e che ora votano, esprimono pareri, distruggono donne già devastate dal bisogno di autodistruggersi, fanno gli spiritosi, fingono una cultura che non hanno, parlano di un proprio passato che non esiste,e presentano come traumi accadimenti che un vero adulto nemmeno ricorda, dal momento che si tratta di risibilissime sciocchezze. Questi maschi hanno portato i Paesi Occidentali a distruggere l’ecosistema, la libertà, il progresso, l’amore, il rispetto – qualsiasi valore positivo. Di fronte a questi maschi non vale nessun anatema, nessuna prigione. Sono insetti, se venissero arrestati nemmeno si accorgerebbero della differenza, l’unica differenza è che sarebbero costretti a masturbarsi al bagno invece che in una donna sottomessa cui piace confondere quell’onanismo per affetto. Non ne posso più, anche perché questo modello di donna e uomo ha vinto. Non esiste nessun motivo per festeggiare l’8 marzo. C’è solo da piangere.

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