L’unica differenza tra il calcio e la politica resta l’affidabilità della Juventus e le amichette standard dei calciatori. La politica annoia, per poter distogliere l’attenzione dalle questioni vere. Si discute di vaccini, di leggi elettorali dai nomi di malattie (giustamente) come il Pedicellum e lo Scorbutellum, di immigranti che ammalano il Paese, dell’insanità mentale di questo o quel politico. Siamo al punto in cui Umberto Bossi riesce a far la figura dello statista trombato. Ma il fatto è che Gentiloni parla solo con coloro che, alla fine, decideranno cosa ne sarà di noi, e prepara un’elezione in cui l’unico argomento vero di politica sarà l’amante di Di Maio, se sarà lui a “vincere”. Dopo il ventennio del Minculpop, quello uguale, ma senza la m iniziale, sta iniziando. Berlusconi ha Lady Calippo, Renzi la Munta del Signore, Salvini la starlet televisiva, Di Battista una velina troppo corta di seno per un calciatore (ma che è subito incinta). Solo Di Maio è riuscito ad essere talmente impossibile da non avere altro che una mamma giunonica che gli corregge l’italiano. Mi chiedo dove siano Valeria Marini e Lory Del Santo quando se ne ha veramente bisogno.

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