Ciò che sta accadendo in Grecia dovrebbe essere un monito per tutti, perché si tratta di un laboratorio del modo possibile di gestire la crisi crescente che l’economia malata infligge alla società. Non ho voglia di ripetere per l’ennesima volta perché i Greci abbiano ragione ad essere infuriati e desolati. Di ripetere come l’Unione Europea e soprattutto la Germania stiano strozzando quel Paese per cercare di capire come reagiranno i loro concittadini quando la crisi arriverà fino a loro. Di ribadire che l’Italia (per ora) è strutturalmente in salvo (perché abbiamo un risparmio provato superiore al debito pubblico, perché abbiamo ancora settori avanzati che creano plusvalore, perché siamo un mercato dieci volte più grande della Grecia e quindi – per i produttori europei – un partner irrinunciabile). Di rendermi conto, ancora una volta, che la rivolta popolare non produce altro e non strumentalizzazione (perché io alla congiura anarco-insurrezionalista che, in totale autonomia, mette la bomba nell’auto di Papademos non ci credo). Deve essere un monito perché è così che i governanti del nuovo millennio risolvono le questioni. Con la violenza delle leggi, della polizia, del vassallaggio medievale. Sto leggendo un capolavoro, “Coop Connection”, scritto dal giornalista bolognese Antonio Amorosi. Sono a metà. Ce ne sarebbe abbastanza per mandare in esilio a Sant’Elena, Bersani, D’Alema, Poletti, Padoan, Calenda, e soprattutto Renzi. Schiavismo, violenza, repressione, umiliazione, ruberie e truffe ai danni dei più deboli, arroganza, e poi la disperazione, e con essa l’accordo con il crimine organizzato – con Buzzi e Carminati, certo, ma con i clan camorristici, mafiosi, ndranghetisti. Se avete visto La7 ieri sera sapete di cosa parlo. La Grecia è nella stessa situazione. Da un lato ha l’orrore nazista di Alba Dorata (che da noi è sostituito dal delirio Grillino), dall’altro la mafia che controlla democristiani e vecchi partiti di sinistra. In mezzo solo razzismo e movimenti che si aggregano su un solo tema: leghisti, ecologisti, partito dei pensionati, juventini, imam dell’adesione cristiana al modello del terrore islamico (Adinolfi) – tutte formazioni fortunatamente irrilevanti, politicamente, non importa i numeri che avranno mai in Parlamento. Su come affrontare il cambiamento fondamentale e totale del lavoro, della società, dell’economia e della vita dell’uomo, nessuna proposta, nessuna idea. E nel frattempo ad ucciderci, accanto alla polizia ed ai banditi, arrivano le industrie chimiche, farmaceutiche, le multinazionali dell’agroalimentare. Guardate i risultati del G7 a Taormina. Non ho più nemmeno lacrime da piangere. Sicché una bomba nell’auto di Papademos, se l’ha messa un cittadino invasato, è una sciocchezza che peggiorerà la situazione, Se invece, come temo, è il sistema che elimina un testimone scomodo e vede come reagiamo, il risultato è: calma piatta. Siamo tutti zombies. Aveva visto giusto il carissimo Peter Thiessen. É tardi, ormai, avremmo dovuto fare qualcosa più di dieci anni fa.

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