Ero in grande anticipo sui miei appuntamenti, la strada era stranamente vuota, sicché mi sono fermato ad un’osteria che conosco, a me nota per fare il pollo alla piastra con scorza di limone, coriandolo e semi di peperoncino. Una scelta eminentemente politica e culturale, insomma. Seduto, leggendo un libro, mi sono sorpreso ad ascoltare i vicini. Un nonno e due nipoti. I nipoti chiedevano al nonno perché, ora che ha 65 anni, abbia lasciato la moglie. “Ma che magari magari ci hai una ragazzina segreta?” Nient’affatto. Nonno (si chiama Claudio) racconta: “Non potete capire. Mi sono sposato a 23 anni con una compagna di università. Abbiamo lavorato 40 anni nello stesso Ministero, tutti i giorni uguali, tutte le notti uguali, tutte le vacanze uguali. Non ce la facevo più”. Si alza e deve andare a pagare pegno per la prostata. I due ragazzini si guardano con aria sognante: “Che vita figa. Mai una paura, sempre sapere che alla fine del mese arrivano i soldi qualunque cosa tu faccia. Pensa che quando è nata mamma, nonna è stata sei mesi a casa, e pagava il Ministero. Pagavano tutto, pure il mese in cui stavi in ferie. Mamma racconta sempre – un mese al mare, solo che lei si annoiava”. Il più piccolo fa una smorfia di disappunto: “I vecchi di oggi sono un casino, non li accontenti mai. Per loro niente è abbastanza. Vorrei vedere loro a fare la vita che faremo noi”.

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