La dichiarazione del Primo Ministro inglese Theresa May, inserita in un altro contesto, mi avrebbe fatto sorridere. Dopo la strage di Manchester e la nuova strage di Londra, mi innervosisce. Mi stupisce il fatto che, persino in momenti topici come questo, si preferisca il melodramma alla politica. Lo si fa, perché i politici hanno imparato che i cittadini preferiscono di gran lunga essere presi per il culo e portare poi i figli, insieme ad eserciti di orsacchiotti di pezza, a vedere dal vivo artisti di cui nemmeno sospettavo l’esistenza e che cantano canzoni che sarebbero piaciute al mio bisnonno, ma che già mio nonno avrebbe trovato un po’ stucchevoli. A Torino qualcuno commette una minchiata, impreziosita dal fatto che si portano 30mila persone in una piazza con una sola via d’uscita e si permette di vendere bottiglie ad un oceano di cazzoni ubriachi. Quelli di Da’esh non possono che ridere: in Italia non ha senso mandare jihadisti, noi ci facciamo gli attentati da soli. Ma il problema politico qual è? Che siamo troppo teneri con i terroristi? A me pare che li abbattiamo come cani rognosi – e va bene così. Che siamo troppo teneri con chi li manda? Avete visto la decisione di Sauditi e compagnia cantante di chiudere le frontiere con il Qatar, accusato di finanziare una jihad che colpisce i musulmani prima che i cristiani? Pensatene ciò che volete, ma gli attentati terroristici su scala globale uccidono in media un cristiano ogni dieci musulmani. Il problema non è religioso, ma è politico. Finché non affrontiamo la questione politica in modo pragmatico, non cambierà nulla – tranne che Da’esh o chi per loro farà crescere ancora di più la paura in seno alle nostre città. La giustizia occidentale si basa su un cardine intoccabile. Si è innocenti finché non viene dimostrato che si sia colpevoli. Un terrorista che sogna di uccidere è, per la nostra società, un innocente. Certamente è uno stronzo e sarebbe meglio sparisse, ma ovviamente, nei millenni di storia trascorsi dalla Torre di Babele, i crimini impuniti (i nostri, prima di tutto) commessi da gente schifosa, cinica ed ipocrita, non si contano, ed hanno dato la stura ad una serie di conseguenze che durano tutt’oggi. Se cambiamo la Costituzione e stabiliamo che, per motivi religiosi o politici, alcuni cittadini siano colpevoli a prescindere dal fatto che non abbiano commesso reati, apriamo la porta ad un demonio che, una volta scatenato, è difficile riportare in gabbia. La verità è che, se vogliamo restare fedeli ai nostri ideali, non possiamo entrare sparando nelle case dei musulmani, che dove prendi, predi sempre bene. Anche a causa di un altro fatto: noi, generalmente, ci asteniamo dal commettere crimini perché temiamo la punizione. Questa gente invece si fa ammazzare volentieri e quindi sfugge alla nostra logica. Oppure volete sostenere che bisogna iniziare a mitragliare i barconi nel Mediterraneo? Parliamone, perché ci stiamo lentamente arrivando, a questa conclusione. Cambierà qualcosa nell’atteggiamento dei terroristi, a parte sostenere la loro convinzione del fatto che siamo nemici ed andiamo eliminati? Credete davvero che esista una continuità tra i poveracci che arrivano per mare ed i jihadisti (che notoriamente vivono nel welfare e viaggiano in aereo)? La vita di questi dropouts delle grandi città è talmente penosa, finché non compiono la scelta di radicalizzazione ed inserimento nelle schiere della jihad, che nemmeno arrestarli tutti, parenti ed amici compresi, prima che commettano alcunché. mitigherebbe la situazione di odio e violenza. Essere in galera, per costoro, vuol dire onore, orgoglio, cibo, pulizia, nuovi contatti. E se li trattiamo coi guanti ci credono deboli. Poi ci sono quelli che esigono dai musulmani moderati una presenza forte, decisa, stentorea. Certo, non avete torto. Ma non dovremmo allora esigere lo stesso da noi relativamente ai crimini di mafia ed a quelli commessi dalle nostre multinazionali? Loro uccidono dieci musulmani per ogni cristiani. Noi uccidiamo 10mila musulmani per ogni cristiano. E non strilla nessuno, tranne le ONG, che quando strillano vengono accusate di connivenza con il nemico. Siamo in un vicolo cieco. O torniamo noi stessi alla barbarie ed alla lotteria della tirannia violenta, oppure dobbiamo continuare a vedere le nostre città attaccate da pochi pazzi sanguinari, disposti a morire, pur di finire sui filmini dei cellulari dei social network. Non esistono soluzioni semplici ed efficienti. Nemmeno la strategia nazista è mai stata utile in questi casi, anzi: fucilare cento civili inermi per ogni soldato della Wehrmacht caduto in un attentato ha rafforzato l’adesione popolare ai partigiani, come è umano che sia. Ed ora sto zitto, perché una soluzione non ce l’ho, la sto disperatamente cercando.

1 commento
  1. I valori dei poveracci sono in conflitto con i nostri : poligamia, sottomissione a un dio maschio, morte a quelli che lasciano la religione, agli omossessuali, alle donne che vogliono sposare un uomo che non sia della stessa religione, ecc.
    Se i poveracci non muoiono prima di arrivare in Europa, a volte vengono accolti per associazione finanziate dagli europei che insegnano a odiare Israele e l’occidente. A volte, vanno a cogliere pomodori per pocchi soldi, servi della mafia. Altre volte, scappano, non trovano lavoro, quindi rubbano e cadono nella criminalità.
    Questi casi contribuiscono al discorso dei nazionalisti, mentre i moderati europei difendono i diritti dei poveracci a portare una seconda moglie in Europa che non avrà il diritto di uscire di casa senza l’autorizzazione del marito.
    Alla fine, destra e sinistra aiutano più ai poveracci che non hanno fatto nulla per cambiare le cose nei loro paesi ma vengono qua a riprodurre i problemi che hanno a casa, mentre quelli che vogliono i cambiamenti sociali (atei, donne libere, anarchisti) finiscono morti o in prigione.
    Una soluzione? La decrescita: educazione nella libertà e nell’amore, comperare meno cose, fare meno figli, lasciare più posto alla natura, fare più cose con meno, smettere di diffendere e dare da mangiare ai bastardi.

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