Mi sveglio solo ora dopo tantissime ore di sonno, che si sono rese necessarie per recuperare dopo un pit-stop fastidioso in una struttura ecclesiale di promozione all’al di là. Questa struttura, molto famosa e reputata, è fallita alcuni anni fa, ma il clero continua a battersi per farla sopravvivere, per cui i medici (cui viene permesso di elevare una tassa d’entrata ai pazienti, visitandoli privatamente prima di farli passare dall’accettazione) beccano una stecca, mentre gli altri dipendenti (quelli che veramente trascorrono la giornata in un inferno fatto di colleghi che improvvisamente scompaiono in antri bui chiamati bar o supermarket, materiali che non possono essere comprati, cose che si rompono e resteranno lì per sempre come bus dell’ATAC, pazienti fuori di testa, stanchezza sempiterna e la certezza di restare in cassa integrazione fino alla festa di addio al calcio del figlio di Totti) sono quelli che fanno la maggior parte del lavoro medico (mentre gli strafighi sfottono e cazzeggiano) e che cercano di dare ai pazienti l’impressione di far ancora parte del genere umano e di aver diritto a un sorriso e pazienza. E costoro guadagnano più punti per il Paradiso ciascuno che una suora europoide vergine nella guerra civile in Sudan. Così come la tirannia sviluppa la satira, l’inferno suscita il cazzeggio. A chi protesta “non mi basta l’anestesia locale” si risponde “ahò quella nun te fà gnente, è acqua fresca, nvece l’anestesia nazionale la fanno quelli der piddì e te stranisce pe’ tutta la vita”. Parte il dibattito: “Armeno l’americani ci hanno l’anestesia federale che a Roma Nord fa effetto e a Roma Sud cazzi loro”. Oops: “Seeeeh te lo vedi Sarvini coll’anestesia, quello manco na tranvata n testa lo fa sta bbono”, sebbene “la Meloni, coll’anestesia giusta, magari na bottarella je la daressi”. Guaiti di protesta. Non per il maschilismo. La signora Serenella dice: “L’unico cazzo che dura è quello dei morti”, reagisce Benedetta: “Aho anche qui tutti berlusconiani, eh?”, uno grida: “Ammé m’attizza la Meleo (Ndr è l’assessore grillna ai trasporti) che seconno me l’anestesia sua è ddefinitiva”. Segue un’interessante controversia sull’importanza della narcolessia nell’espletazione delle pratiche sessuali, compresa di frasi del tipo “ahò l’urtima vorta che hai trombato tu Andreotti nun era nato” e “quanno che tu hai fatto strillà na donna nun se sentiva perché cadevano le bombe a San Lorenzo”. Mentre accade tutto questo, queste meravigliose persone lavorano come formiche, sempre sorridendo, con l’aria condizionata che è stata grillinizzata (nel gergo ospedaliero: grillinizzato vuol dire che è rotto, che nessuno lo ripara, ma che chi comanda sostiene che sia stato spento o buttato in un angolo per scelta consapevole e politica). Nooo, non voglio qui ripetere il mito del buon selvaggio e dei “poveri ma belli”. Voglio dire qualcosa di più perfido e sottile. Il ribellismo, come diceva Pasolini e come confermano quasi tutti i filosofi contemporanei, è una forma dell’omologazione del capitalismo industriale. Una fascia della popolazione compra cose “ribelli” e dice cose “contro-tendenza” (insomma, si incazza) e contribuisce così alla crescita del consumismo, perché si riunisce e spende montagne di denaro per manifestazioni ribellistiche (tipo concerto di Vasco o manifestazione elettorale alla Leopolda) nelle quali l’unico obiettivo è soddisfare la necessità di sentirsi parte della comunità omologata e borghese (controrivoluzionaria) in cui l’estetica si sostituisce alla mancanza di consapevolezza politica. Insomma, è il biglietto d’ingresso per i piccolo borghesi che sono stanchi di sentirsi esteticamente tali e vogliono far finta di essere “diversi”. Invece coloro che stanno veramente nella merda sono persone di diversa cultura, diversa estrazione sociale, ma sono persone che sopravvivono per tigna, per senso di responsabilità, con una macabra allegria che dà loro la forza di andare avanti a qualunque costo. Ecco perché li ammiro. Sono loro la vera sostanza rivoluzionaria. Aveva ragione Marx: se costoro prendessero coscienza del fatto che sono proprio loro, gli esclusi, gli emarginati, gli sfruttati, o come dice Suor Cecilia, “i veri negri de Roma”, a far funzionare tutto, costoro potrebbero e dovrebbero ammazzarci tutti, e salvare il Pianeta. Con l’anestesia individuale. “Uno vale uno solo da morti”, dice Suor Cecilia. Amen.

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