Tentare oggi di attraversare Roma è come andare al Pronto Soccorso con i calcoli renali. Ti rendi conto con precisione che il dolore è insopportabile, che stai perdendo la dignità ed il rispetto di te stesso, che stai morendo, che è impossibile farcela, che non arriverai in tempo, che l’intera città, come te, cerca di andare altrove, e quell’altrove in realtà è fisicamente e psichicamente impossibile – reso impossibile dal mancato funzionamento contemporaneo della metropolitana e degli autobus, dalla conseguente assenza di taxi, dalla latitanza assassina e premeditata della categoria professionale più schifosa dopo quella dei pedofili (ovvero i vigili urbani di Roma), dall’affollamento di turisti e accattoni, cui si aggiungono manifestazioni di protesta di gruppetti di facinorosi che hanno trovato il loro altrove nella loro follia interiore, ma che occupano, con la stessa idiota e flemmatica mastodonzia dei pullman turistici (che anche la Giunta Marino lascia passare anche nei vicoli più stretti e negli angoli di casa tra il bagno e la cameretta di servizio) briciole di strada su cui ovviamente non passa più nessuno. Non basta cacciare il Sindaco, cacciare i partiti, cacciare i dirigenti della Pubblica Amministrazione, sparare a nullafacenti, vigili, paninari illegittimi, centurioni falsi, asiatici dondolanti e cerebropatici, lavavetri, selfiodattili, vecchiette col cagnetto, cagnetti con vecchietta, mamme gongolopetulanti che lumano i ragazzetti fingendo di accompagnare o riprendere i figli in età scolare, operatori ecologici in orario creativo. Non basta nemmeno una bomba atomica, che peraltro non potrebbe peggiorare lo stato delle strade. Qui ci vuole il Giudizio Universale. Le trombe le sento. Quando il Signore mi condannerà, risponderò: faccia lei, va bene tutto, basta che riesca a farmi attraversare Corso Vittorio entro domattina.
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