– L’annessione della DDR alla Germania capitalista ha compiuto 25 anni. Una vita, oramai. In questa sede non mi interessa ripetere che i cittadini della DDR vennero truffati, presi in giro, derubati ed umiliati, perché questa è una verità storica incontrovertibile che non ha più peso nella vita quotidiana della Germania Orientale, dato che oggi si affaccia alla vita politica ed al mondo del lavoro una generazione nata ben dopo l’annessione. Per costoro la bugia della propaganda, mai contrastata efficacemente, è divenuta realtà: l’annessione fu voluta da tutti, è stata un successo, la libertà e la democrazia hanno vinto – proprio nel momento in cui, con uno dei furti legalizzati più imponenti della storia moderna e contemporanea, libertà e democrazia vennero negate ai cittadini della DDR. Nel frattempo la Germania riunificata ha tentato ancora di ripetere il colpaccio annientando l’economia della Grecia, poi financo del Portogallo, dell’Irlanda, dell’Italia e della Francia. Ancora oggi nessuno ha il coraggio di dire che queste manovre falliscono perché creano deflazione ed ampliano una crisi strutturale nei mercati di quei paesi, la Germania stessa in testa. In questo senso l’annessione è stata una chance perduta, da quell’evento traumatico non è nata nessuna forza politica che fosse al contempo credibile ed alternativa alle voci del coro. Ora siamo chiamati noi, della nostra generazione, a fare qualcosa. I giovani non sanno di cosa parliamo, non hanno una memoria storica e nemmeno una preparazione critica, sono stati allenati a subire ed annuire, a non pensare mai al quadro complessivo ma semplicemente obbedire agli ordini. Se la nostra generazione non fa qualcosa ora, oggi, subito, la crisi strutturale inevitabile che ne conseguirà farà ricordare Angela Merkel come l’ultimo Cancelliere prima della rovina inevitabile causata dalle banche imbottite di strumenti derivati. Il governo Merkel sta per inaugurare una nuova crisi finanziaria, e stavolta ci finiremo tutti dentro, senza speranza o possibilità di uscirne esercitando il nostro diritto di voto. Mi si chiede in base a quali fatti io faccia queste affermazioni. Tra il 1994 ed il 1996 ho fatto parte della Commissione Federale d’Inchiesta sull’Armonizzazione del Sistema Bancario della DDR e della BRD. Alcuni dei contenuti sono stati segretati e non posso citarli direttamente. La questione centrale con cui si giunse ad una frode incredibile però sono tre. Primo: la DDR era un’economia socialista pianificata. Tutte le strutture produttive appartenevano alla Staatsbank, che apparteneva a tutti i cittadini. Ogni anno, in base ai piani di produzione, ogni industria riceveva una cifra pari alle necessità per il pagamento di tutte le spese e, a fine anno, ogni industria versava alla Staatsbank tutti gli introiti. Nessuna industria aveva il diritto di fare piani propri, ma sta di fatto che, nel 1987, l’industria tedesca aveva a fine anno un avanzo di cassa di circa 26,4 miliardi di USD (dollari americani), che vennero versati alla Staatsbank. Con il Trattato di Riunificazione, si disse che con l’armonizzazione bancaria ogni industria diveniva padrona di se stessa ed ogni versamento della Staatsbank dovesse essere considerato un prestito. In quel modo, in un attimo, tutti gli utili della DDR vennero fittiziamente ed illegalmente trasformati in debiti. Questo mise in ginocchio, in una notte, l’intero sistema industriale e logistico. Secondo: l’indebitamento statale della DDR era dovuto alle sovrattasse sull’importazione delle materie prime causato dagli esosissimi prezzi fatti dall’Unione Sovietica, ma anche al fatto che la Staatsbank, con una decisione ancora segreta e straordinaria, aveva ceduto il 30% di se stessa al Credit Lyonnaise. In quel modo, nelle ultime settimane, miliardi sono stati fatti uscire dalla DDR e vennero versati su conti altrove di personaggi potenti. Alla fine, nell’inchiesta sulla struttura di Ottokar Hermann, vennero identificati 270 miliardi di dollari fatti passare all’estero dal 1970 al 1987 – un oceano. Terzo: Mentre in Cecoslovacchia ed in altri Paesi del blocco orientale, al momento del passaggio al sistema capitalistico, ogni cittadino ricevette un voucher che corrispondeva ad un calcolo approssimativo el valore degli assets privatizzati per legge, nella DDR venne concesso di cambiare il cash ad un tasso di cambio molto conveniente (un DM per due DDRM, mentre il valore reale di mercato era di circa uno a quattordici), ed il buco generato da questa operazione venne coperto dalla banca statale KfW Kreditbank für Wiederaufbau (una sorta di Cassa del Mezzogiorno) e quindi scaricato sul sistema fiscale. Non è stata una riunificazione, ma un’annessione. La stragrande maggioranza degli attivisti del movimento Bundnis 90 e Grüne Tisch non volevano una sola Germania, ma una DDR forte, indipendente e democratica. Tra l’ottobre del 1989 e l’autunno del 1990, una volta realizzato cosa sarebbe successo, alcune migliaia di quadri intermedi ed attivisti politici della DDR decise di uccidersi. Taccio delle migliaia di cittadini della DDR che non si sono mai ripresi del trauma dell’annessione… Il sistema della DDR aveva una caratteristica negativa principale: lo spionaggio reciproco e sistematico, quindi la paura che avevano tutti, una paura totale. E poi la proibizione di lasciare il Paese. Molti di coloro che hanno la mia età o sono più vecchi dicono che se la STASI avesse smesso di frugare nella vita della gente ed avesse lasciato la possibilità di viaggiare all’estero, probabilmente la DDR esisterebbe ancora. La gente della DDR è molto più triste e depressa oggi di quanto lo fosse allora. Basta parlare con la gente di lì che ha conosciuto entrambi i sistemi: vorrebbero tornare indietro. Di più non dico: la dicotomia tra sistema capitalistico occidentale e sistema capitalistico orientale, a partire dal 1973, non esiste, non esisteva, non è mai esistita. E’ solo propaganda per gente dal cuore semplice e gli occhi chiusi.

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