– Mercoledì scorso “Il Messaggero” ha scritto che esiste un piano segreto dell’AMA e del Comune di Roma per esportare all’estero l’immondizia di Roma. Per capire più o meno di cosa si trattasse ci ho messo un po’, scusate il ritardo. Tutti noi che viviamo a Roma vediamo da mesi come l’immondizia venga raccolta irregolarmente, come ci siano quartieri in cui i cassonetti, straripati da tempo, siano divenuti un’isola in un mare di buste rotte, liquami marci, schifezze varie. Il mantra: abbiamo messo Manlio Cerroni in galera, vogliamo chiudere Malagrotta, quindi ce la siamo cercata. Tralascio qui di riportare le parole del Sindaco Ignazio Marino, visto che siamo tutti capaci di infuriarci senza aggiungere il carico da undici della sua demente letizia. Qualche giorno fa l’AMA ha annunciato che costruirà cassonetti che non siano su ruote, ma che siano incassati nel suolo. Come in una pompa di benzina, fuori si vedrà l’imboccatura, ma sotto terra il “cassonetto” avrà un deposito di immondizia capace di contenere i rifiuti di settimane.
Sarei tentati di riderci su. Ho chiesto ad un’azienda che è in grado di costruire questi aggeggi. A parte i problemi enormi per bucare le strade romane senza fare guai ed installarci dei depositi, che è già al di là della fantascienza, gli aggeggi in questione presentano le seguenti controindicazioni: a) cancellano l’ipotesi della differenziata per sempre. In quei meandri tutto si mischia in un caos chimico degno di un film dell’orrore, con grande soddisfazione del vero Re di Roma: il Ratto, che ne uscirà fortemente rinvigorito nell’animo, nel fisico e nel numero; b) sono difficili da svuotare. Per farlo efficientemente l’AMA dovrebbe comprare nuovi camion specializzati in questa raccolta oppure costringere i propri dipendenti a trasformarsi in cavie umane cosparse di liquami; c) costano l’ira di Dio, ma anche quella di Allah, di Buddha e di molte altre divinità accessorie, da Manitù a Francesco Totti. Secondo questa azienda (che sta davvero negoziando con l’AMA e che quindi mi ha chiesto di mantenerne l’anonimato) si tratta di un investimento di 16 miliardi di Euro in dieci anni. E che sarà mai? Giusto giusto quei sedici miliardini che al Comune di Roma avanzano dopo la spending review, nevvero? Quando ho chiesto: ma scusi, come crede che faccia l’indebitatissimo Comune di Roma a comprare ‘sta roba, mi hanno risposto: sa, dottore (non sono dottore, ma alla fiera della minchiata di Roma vale tutto), il Sindaco ci ha detto papale papale: noi siamo fortunatissimi alle lotterie. Poi ha riso. Beato lui. Abita altrove. Quindi l’esportazione dell’immondizia dev’essere il piano vero, non il piano B. Fino a pochi anni fa l’AMA, in cooperazione con la GESENU (Manlio Cerroni, c’era bisogno di dirlo?) ed un paio di politicuzzi locali dei Castelli, gestiva l’immensa Discarica di Dakar (Senegal), su cui trovate in internet materiali da leggere e filmici da riempire una vostra settimana di noia e paranoia. A parte il fatto che la discarica è fallita in modo incomprensibile lasciando una voragine di miliardi ed avendo cancellato uno dei pochi laghi del Senegal, da allora l’AMA non getta più i nostri rifiuti laggiù. Nel frattempo Cerroni ha aperto una discarica in Albania, poi l’ha chiusa perché da Roma non arrivava nulla. Ora ne ha aperte un paio in Romania e negli ambienti informati (i baretti di Guidonia, Montecelio, Jenne e Pisoniano) si raccontano meraviglie di altre conquiste in altre nazioni, di discariche straordinarie capaci di cambiare la storia di Roma per sempre. Quest’uomo ha 87 anni ed è stato arrestato. Mi chiedo da dove prenda l’energia per continuare a combattere come sta facendo. Ma questo riguarda solo lui e, se esiste, l’Equitalia sovrannaturale che trasforma le nostre pecche in terra in punizioni eterne. Mi chiedo come si faccia a fermarlo noi, ora, qui. Dietro il progetto dell’esportazione dei rifiuti di Roma c’è un calcolo, nemmeno tanto segreto, che parla del fallimento della differenziata e dell’aumento del 100% della quantità di rifiuti trattati fra il 2012 ed il 2022. Oggi esistono le tecnologie per evitare tutto ciò. Esistono da 20 anni. Non gliene frega niente a nessuno. Bravi che siamo, noi struzzi.

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