– Credo che tirare in mezzo sempre Berlusconi sia gravemente fuorviante. Lui è un sodale di Putin, quindi NON E’ un amico di Nursultan Nazarbayev. E comunque, anche se fosse, chi se ne frega. Non siamo qui a valutare telefonate fatte ai Carabinieri per salvare una ragazzina dall’arresto… e non è nemmeno vero che il caso Shalabayeva aiuti l’ENI, una semplificazione idiota e compltamente infondata. Per gli italiani il Kazakistan è un Paese esotico – dunque c’è il petrolio e l’ENI. L’ignoranza che diventa arroganza, avrebbe detto il celebre filosofo istriano Silvano Stipcevich. Il problema dell’ENI in Kazakistan é che le autorità locali hanno mentito sulle prospezioni geologiche ed ora ENI sta buttando miliardi nel Caspio per cercare di tirar fuori qualcosa di utilizzabile – il tutto mentre la Polonia in testa, e poi piano piano gli altri Paesi EU che fecero parte del Patto di Varsavia stanno convertendo tutto sullo shale gas (torba). Le aziende italiane che hanno i maggiori interessi in Kazakistano sono tutte aziende dell’area di Parma, compreso l’interporto – comunque tutte aziende di aree in cui l’amministrazione politica è in mano ai grillini, alla Lega o al PD. Alcuni esempi: La Bonatti è la più grossa azienda di engineering energetico laggiù e lavora non solo per l’ENI, ma per tutti gli operatori internazionali. Poi ci sono la Skema (Lombardia) e la Tozzi Sud (Ravenna), che forniscono e montano cavi elettrici e tutto ciò che necessita per l’alta tensione ed altre aziende italiane di eccellenza ma che pochi conoscono. Poi la Birra Moretti, che è la seconda birra straniera più venduta in Kazakistan – ed infine Unicredit, che investe moltissimo nei Paesi nati dall’esplosione dell’Impero Sovietico. Volete farmi credere che il direttore generale della Tozzi Sud di Ravenna telefona ai servizi segreti e chiede loro di espellere la signora Shalabayeva? La questione è più complessa e molto più grave. Tutti coloro che sono implicati in questa storia brillano per non sapere nulla del Kazakistan. E’ vero che laggiù i cosidetti dissidenti sono per la maggior parte ex sodali di Nazarbayev che sono scappati con la cassa, ma le loro mogli e le loro figlie non possono essere usati come scudi umani e metodo di ricatto con l’aiuto dello Stato italiano. Il Sen. Giarrusso ha ragione. I criminali si estradano, non si espellono. In questa faccenda, finché restiamo sul piano formale, si arriva ad una sola soluzione: Alfano e Bonino devono dimettersi, se hanno un briciolo di dignità. Non lo hanno, e quindi dobbiamo ragionare su altro. Ma il centro del problema è che 20 anni di politichetta alla Pacciani gestita a braccetto da Berlusconi, Prodi, D’Alema ed i rimasugli della P2 hanno cancellato il Parlamento e raso al suolo l’efficienza dei ministeri. Persino la burocrazia è piena di gente che ha fatto carriera col televoto e considera la lettura di un sussidiario di geografia per le scuole medie un testo difficile come un trattasto di Wittgenstein. Il cancro che sta distruggendo in Italia è arrivato talmente in profondità da mostrarci una cosa su cui i Grillini dovrebbero ragionare senza vaffanculi e deliri religiosi. Non si può fare una rivoluzione se la burocrazia é completamente marcia. Perché la rivoluzione, come accadde con “Mani Pulite”, spazza via i politici ma lascia i burocrati. Persino la Germania postnazista si é tenuta i burocrati nazionalsocialisti fino al loro pensionamento. Ma li fece trottare con l’obbligo di rispettare regole e direttive. da noi non ci sono più né le prime né le seconde. E siamo tutti d’accordo, nel segreto dei nostri cessi, che le cose rimangano come sono, perché crediamo che ci faccia comodo.
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