– Oggi, 39 anni fa, veniva ucciso Pier Paolo Pasolini. Non mi piacciono i suoi film, non sono mai riuscito a vederne uno fino in fondo. I suoi scritti li ho odiati in gioventù, perché avevo bisogno di una fede assoluta (che nemmeno avevo) e lui la metteva in discussione, ma senza il garbo di Giorgio Gaber. Ho ignorato le sue previsioni con protervia finché Fabio Massimo Franceschelli, in uno splendido lavoro teatrale, in cui l’io narrante sbatteva contro Pasolini, raccogliendone i libri ed i significati, per giunta all’ombra del Palazzo di Vetro dell’ENI, mi ha costretto a tornarci su. Ho scoperto un mondo. Ho scoperto il fatto che Pasolini, grazie alla sua intelligenza, snobismo e sensibilità, si era accorto 40 anni fa di come si sarebbe svolta successivamente la storia d’Italia. Così, oggi più di ieri, la lettura dei commenti politici e filosofici di Pasolini dovrebbe essere imposta nelle scuole. Da chi non so, dato che chi insegna nelle scuole non ne sa nulla. A chi, non so, dato che gli studenti presumibilmente non posseggono le competenze per capirlo. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Signor Pasolini, le chiedo scusa. Ero piccolo, non ho capito, e la sua esibizione della sessualità volgare ancora oggi mi infastidisce. Ma lei è stato grande, e tanto basta.

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