Piango Jacqueline Anne Sutton, vittima inglese della ferocia disumana con cui Tayyip Erdogan ed il suo clan mafioso stanno preparando le elezioni anticipate. Piango il giornalismo, che è morto, e non difende coloro che ancora credono di doversi battere per degli ideali di libertà, convinti di avere alle spalle una “pubblica opinione” che non esiste più. Compiango Angela Merkel, che è andata ad Ankara ad offrire un appoggio ufficiale ai massacri del regime turco se questo si impegna a fermare, non importa come, l’ondata di profughi che arriva in Europa attraverso il Dardanelli. Compiango il nostro Paese, che come al solito non ha nulla da dire. Piango una donna forte e coraggiosa, che probabilmente sapeva che, avendo perso l’aereo, non sarebbe riuscita a scappare e sarebbe stata ammazzata. Ma non frega niente a nessuno. Erdogan chiude i canali TV indipendenti, incarcera decine di giornalisti e bloggers, spara sulla folla, arresta centinaia di persone a casaccio, detenute e torturate senza processo, i suoi scherani assetati di sangue fanno saltare in aria centinaia di manifestanti pacifici. Erdogan massacra i curdi, che difendono l’Europa ed i cristiani dalla violenza cieca dell’ISIS. E noi lo appoggiamo. Una volta di più, essere pro o contro il salvinismo è come dichiararsi a bastoni mentre si gioca a scala quaranta.

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