Un uomo di 65 anni, tale Francesco Sicignano, dopo tre visite dei ladri si procura (legalmente) una rivoltella. Alla quarta volta, di notte, spara ed ammazza uno di quattro rapinatori che gli stavano per entrare in casa. Il signor Sicignano è indagato per omicidio, perché i rapinatori non erano ancora entrati. Il fatto è che quest’uomo non può non aver provato rabbia e paura. Se ha ucciso, ciò è causa del fatto che le forze di Polizia non sono in grado di fermare le bande di criminali (questo gruppetto di gangster era già stato identificato e girava da mesi nella zona) prima che divengano una piaga. Ma la Polizia non difende i cittadini non perché non voglia, ma perché non ce la fa: pochi uomini, pochi mezzi, pochissimi soldi, una legge che rimette in libertà i malandrini poche ore dopo essere stati colti in flagrante. Il signor Sicignano sapeva che, se avesse chiamato la Polizia, non sarebbe venuto nessuno a difenderlo, non in tempo utile. Ma chi è che mette la Polizia in questa condizione? Chi è che, con le sue leggi, la sua politica, la sua gestione amministrativa mette la Polizia in ginocchio? La risposta è ovvia: il governo. Non il PD, non Forza Italia, non la Lega Nord, non i Grillini, ma tutti. Tutti, nessuno escluso, non appena si trovano al governo. Tutti fin da cinquanta anni fa. Ma perché succede questo? Per diversi motivi: perché la politica mette i soldi lì dove le fa comodo, e la Polizia non le fa comodo. Perché la gente vuole per se stessa l’impunità, e quindi accetta questa situazione. Perché all’interno delle fila dei poliziotti ci sono corrotti, matti sanguinari, infiltrati del crimine organizzato, e fa comodo far credere che le forze di Polizia siano SOLO questo. Ma non solo: la giustizia non funziona più da anni. Ci vuole troppo tempo per arrivare a giudicare i cosiddetti “reati minori”, le pene sono ridicole e non fanno paura a nessuno. I poliziotti stessi non si sentono tutelati. Essendo essi stessi cittadini, non si divertono affatto ad arrestare persone che, poche ore dopo, gli camminano irridenti davanti. Ma perché accade questo? Perché si continua a raccontare la palla dello Stato e della Nazione. Circa 200 anni fa Otto Von Bismarck, per salvare le monarchie, il cui consenso era stato spazzato via dalla marea napoleonica, propose una sorta di contratto sociale: il Regno diviene Stato, non ha più una giustificazione religiosa, ma una giustificazione basata su un contratto, in base al quale questi garantisca la giustizia e la difesa dell’incolumità del cittadino. Gli Stati Nazionali, questo trucchetto del Congresso di Vienna, hanno esaurito il loro ruolo storico, perché dopo la Seconda Guerra Mondiale si é deciso di procedere verso un’abolizione delle barriere doganali e di ogni altro sistema che renda difficile l’interscambio commerciale. Se non si aboliscono gli Stati Nazionali, purtroppo, arriveremo presto all’abolizione della democrazia. le due cose non riescono a coesistere, e del resto Bismarck era tutto fuorché un democratico! Non è una tragedia, l’umanità ha vissuto i suoi periodi più esaltanti durante la frammentazione in polis, in città Stato. Direte che vado troppo lontano? Allora tenetevi la rabbia e la disperazione del signor Sicignano, e dei tanti che farebbero come lui: entri dentro casa mia? Ed io ti sparo. Perché dentro casa mia io sono lo Stato, quella cosa che altrove finge di esistere solo per taglieggiarmi e mettermi paura, finge di esistere solo per permettermi di invadere e limitare la libertà altrui e fare ciò che mi pare impunemente.
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