– La decisione del Tribunale di Milano non è una decisione politica. E’ Silvio Berlusconi a considerarla tale – e purtroppo migliaia di persone, che sognano che finalmente costui si tolga di mezzo. Lo ripeto ancora: non è con le decisioni della magistratura che si batte il berlusconismo, la cui fonte principale di consensi è legata all’odio inveterato degli italiani per la legge e la burocrazia. Non solo. Berlusconi la farà franca comunque, perché la sua rilevanza nel sottilissimo equilibrio politico attuale (non ho dubbi sul fatto che, se si andasse a votare oggi, il PDL vincerebbe le elezioni) è tale da convincere il PD, se mai ce ne fosse stato il bisogno, di votare leggi ad personam per proteggerlo. La condanna di Milano rende Berlusconi più forte, più inattaccabile, ancora di più ex legibus solutus. E mentre noi ci accapigliamo su queste sciocchezze, si vedono i primi risultati del decreto del fare: l’istituzionalizzazione della reazione immediata della giustizia civile (con pignoramento) in caso di debiti tra privati (lo Stato continuerà a non pagare) sta creando una serie di risultati straordinari: l’aumento verticale dei fallimenti individuali, l’accelerazione dei fallimenti delle piccole e medie imprese, la messa all’asta di migliaia di immobili, il che farà crollare ulteriormente quel mercato, un colpo secco ai consumi, l’aumento vertiginoso dei procedimenti legali che, some uno tsunami, si abbattono su una magistratura già inacpace di far fronte al pregresso. Siamo all’anarchia, e quindi all’Esercito in piazza che spara sui civili, mentre Grillo ordina ai suoi di farsi ammazzare in nome della Sua Santa Chiesa. Il governo Letta ce la sta mettendo tutta per battere Monti. Se va avanti così raggiungeremo la Grecia prima di Natale. Ed a quel punto, carissime e carissime, chi se ne frega se Berlusconi avrá scopato con una tunisina in più o in meno, peraltro consenziente. Benissimo ha fatto Josefa Idem a dimettersi ed a mostrarsi nella propria integrità, a non mischiarsi con questa marmellata di criminali condannatio che, invece di sostenere un Paese, stanno rosicchiando le ossa già spolpate da altri.
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