– Da figlio, sbagliando, sai bene che stai solo tentando di capire cosa e come fare. Da padre, sbagliando, è più o meno lo stesso, ma giustamente te lo faranno pesare. Da nonno non ti è più concesso sbagliare, per fortuna. C’è qualcun altro che sbaglia per te. Ma per convivere con questa catena interminabile di sbagli c’è bisogno di tanto affetto e rispetto, di capacità (da entrambe le parti) di trasmettere e recepire il senso di responsabilità, di imparare a riconoscere, ammettere e discutere gli errori. I “padri tuoi, come potrei essere io” (per citare Gaber) hanno mancato in queste ultime fondamentali questioni. Il prezzo sarà, per noi tutti, una vecchiaia di solitudine terribile.
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