– Il ministro delle finanze Fabrizio Saccomanni (banchiere di Stato dal 1967) ha annunciato che il Governo sta per vendere alcuni degli assets più importanti del nostro Paese. Accanto ai nomi di ENI, ENEL e Finmeccanica (lo ripete dalla scorsa primavera) ha citato la RAI. La nazione si è risvegliata e si è messa a gridare: la TV di Stato non va ceduta, gridano i giornalisti, i partiti ed i sindacati. Sono esterrefatto. La RAI non vale granché, come asset, specie fin quando il partito di Berlusconi ne influenza le scelte editoriali. La sua indipendenza? Ma fatemi il piacere… Ma perché allora Saccomanni la mette nel pentolone e così tante istituzioni reagiscono così violentemente? Perché così passa in secondo piano il fatto che l’Italia è pronta a vendere ENI, ENEL e Finmeccanica. ENI ha un fatturato di circa 130 miliardi di Euro e dà direttamente lavoro ad 80mila persone. ENEL fattura 85 miliardi di Euro e dà direttamente lavoro a 73mila persone. Finmeccanica fattura (ufficialmente) 18 miliardi di Euro e dà lavoro direttamente a 68mila persone. A questi si aggiungono i 13 miliardi e 44mila dipendenti di Saipem. Si tratta di oltre 110 miliardi diretti di gettito fiscale, più i dividendi che vanno a CDP Cassa Depositi e Prestiti, e la vita per 265mila famiglie più indotto. La RAI invece fattura meno di 3 miliardi e dà uno stipendio (chissà quanti di loro lavorano davvero) a 11mila persone. Chi se ne frega della RAI. Se venderanno gli altri assets, invece, per coprire le perdite fiscali a partire dall’anno successivo (chiunque le comprerà sarà uno straniero e si porterà giustamente a casa il bottino) il governo dovrà aumentare le tasse, tutte, di alcuni punti percentuali, ed un milione di italiani avrà perso il posto di lavoro. Vi prego, usate il napalm per ucciderci, fate presto. Non ce la facciamo più a sopportare lo stillicidio, ammazzateci in un colpo solo, invece di umiliarci perché, stupidi ed ignoranti come siamo, approviamo tutte le vostre mostruose stronzate.

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