– La festa in onore di Gabriella Ferri e Stefano Rosso che abbiamo tenuto sabato al Parco della Certosa insieme al Comitato Certosa è stata per molti versi magica. Adriano Marenco è un poeta profondo e ironico, un giocoliere delle parole che ha reso magico il momento più difficile quando, con due ore di ritardo ed avendo dovuto cancellare quattro acts, Marco Velluti è salito sul palco con la sua voce profonda e le sue armonie straordinarie. Irene Brigitte e Giovanni Settimo hanno incantato, Rosamarina ha esaltato tutti. Un caleidoscopio di colori forti e decisi, di bellissima musica popolare intensa e trascinante, di voglia di vivere e precisione tecnica. Carlotta Piraino e Lucia Ciardo, nonostante le difficoltà tecniche, hanno mostrato una grammatica nuova del musical popolare che univa la rivista di Alberto Sordi e Monica Vitti, la tristezza del teatro di Totò e Peppino, il ruggito di Claudio Villa, l’umanità dolorosa e tragica di Gabriella Ferri. Bellissimo. Andrea Tarquini è davvero la copia conforme di Stefano Rosso, ci ha riportati in una Roma della nostra gioventù cui siamo attaccati come cozze… Piero Brega ed Oretta Orengo, come al solito, mi hanno fatto piangere e gridare e ridere e sentire il senso della nostra vita, della nostra storia, dei nostri sogni ancora in divenire. Bianca Giovannini, Ludovica e gli altri di BandaJorona sono stati unici, irripetibili, commoventi, fantastici. Quando Bianca, una volta passato il limite imposto dalla “legge”, ha chiesto se poteva continuare, sono esploso: Bianca, canta! “Nina si voi dormite” cantata da lei e Piero è stato il momento più intenso. L’Italia fa soffrire, Roma umilia e piega, ma NOI esistiamo, con un cuore ed una voce più grande di ogni dolore e violenza subita. Bianca, ho imparato che tu sei Roma, quando è viva e pulita. Ed il Comitato della Certosa, con tutto il suo sfarfallìo a volte confuso ma sempre gentile ed accorato, è il lucchetto con cui chiudere i momenti e gli spazi più belli di questi anni. Chourmo è il porto alla fine di un oceano, il Comitato Certosa è il popolo febbrile che costruisce la Nuova Atlantide da un sogno creduto proibito. Noi ci siamo. C’eravamo prima di saperlo. Ci saremo. Un bacio gonfio di riconoscenza ed affetto per tutti. Grazie grazie grazie.
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