– A causa della mia professione ho conosciuto personalmente alcuni “pregiudicati”, ovvero persone che erano state condannate in forma definitiva o erano arrivate ad un pelo dall’esserlo. Queste persone condividevano una posizione centrale della ideologia di Silvio Berlusconi: quella di considerare lo Stato il “nemico”, le leggi “una gabbia ingiusta”, le autorità democratiche un peso insopportabile alla realizzazione dei propri sogni e interessi. Parlo di Karl-Heinz Dellwo, Adriano Sofri, Licio Gelli e Pietro Valpreda. Il primo venne arrestato a 24 anni per la sua appartenenza alle RAF e per due omicidi perpetrati nella sua qualità di terrorista ed é stato condannato a due ergastoli. Il secondo, da innocente, è stato condannato alla fine di un processo kafkiano a 22 anni per l’omicidio del Commissario Luigi Calabresi – uno degli impuniti responsabili dell’assassinio del povero Pino Pinelli. Il terzo, Gran Maestro della Loggia P2, è responsabile di talmente tanti crimini orrendi ed ha sulla coscienza talmente tante vite umane da non potersi descrivere in poche righe. L’ultimo, da perfetto innocente, come poi dimostrato processualmente, ha vissuto tutta la sua vita da adulto entrando ed uscendo dal carcere. Contro di lui, al contrario di Berlusconi, venne scritta una Legge che permetteva di raddoppiare il carcere preventivo senza forti elementi di prove per persone sospettate di terrorismo. Ebbene, nessuno di costoro fece minacciare dai suoi scherani la guerra civile. Nessuno di loro ha chiesto la grazia. Ognuno di loro ha continuato, senza una lira in tasca, a difendersi per decenni contro quasi l’intera stampa contro. Nessuno di loro ha mai fatto battute sconce sulle donne, sugli stranieri, sui meridionali, su nessuno. Sono persone serie. La vera novità di Silvio Berlusconi, che da il vero segno ai nostri tempi, è la pochezza umana. La sua disgustosa volgarità ed ignoranza, la sua totale mancanza di un ideale politico a parte quello del mantenimento del potere attraverso la corruzione – una strada su cui lo hanno seguito tutti. Ha insegnato che, nel dibattito, non si discutono le idee altrui (che spesso non si capiscono o nemmeno interessano) ma si tira merda sulla persona che ti sta di fronte. Non mi importa di sapere se gli Italiani sono come lui, anche se ho il sospetto che molti lo siano, specialmente nei politici presenti oggi in Parlamento in tutti i partiti. Mi importa di sapere che rivendico l’orgoglio di appartenere ad una generazione di uomini e donne vere, che si sono battuti (spesso sbagliando, spesso commettendo cose orribili ed inaccettabili) ed hanno accettato la sconfitta, che credevano nell’essere umano, se non nello Stato, che hanno rispettato, però, come avversario. Come disse Dellwo ad un convegno che organizzammo a Zurigo nel 1999: “Se ti batti contro qualcuno o qualcosa, vuol dire che gli dai un riconoscimento. Quindi, se sei sciocco, volgare, superficiale, pavido, vigliacco, opportunista nello scontro, svaluti te stesso, non il tuo avversario”. Ditelo a Bondi ed alla Santanché – o a Cicchitto e Berlusconi, che lavoravano per Licio Gelli e vengono oggi da lui giudicati con estrema severità.

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